Il problema col cane di Mitt Romney
Un vecchio e curioso aneddoto familiare è diventato l'ossessione di una famosa editorialista americana ed è arrivato sulla copertina del New Yorker
Da settimane l’editorialista del New York Times Gail Collins conduce una singolare battaglia mediatica contro Mitt Romney, candidato favorito alle primarie repubblicane. In ogni articolo che scrive, in un modo o nell’altro, Collins si ostina ad arrivare a ripetere una vecchia e bizzarra vicenda che ha coinvolto Romney molti anni fa. Era il 1983 e Romney, che viveva a Boston, aveva deciso di portare in vacanza la sua famiglia in Ontario, in Canada, come spesso accadeva in quegli anni. Quella volta però Romney e la sua famiglia portarono con sé anche il cane Seamus, un setter irlandese, in un trasportino legato al tetto dell’automobile. Le molte ore di viaggio terrorizzarono il cane, che fece la cacca sulla macchina per la paura.
La storia del cane di Romney è stata recuperata lo scorso gennaio dal suo avversario alle primarie repubblicane, Newt Gingrich, e lo stesso avevano fatto gli altri contendenti durante le primarie repubblicane delle elezioni del 2008. Romney è stato duramente criticato dagli animalisti e l’episodio, soprannominato dalla stampa “Crate Gate” (“crate” è il trasportino per cani, tra le altre cose), è stato trattato nuovamente da quotidiani e riviste americane. La copertina del New Yorker di questa settimana è una parodia del “Crate Gate”: nell’immagine, però, sul tettuccio dell’auto al posto del cane Seamus c’è il principale avversario di Romney alle primarie, Rick Santorum.
Gail Collins è stata la giornalista che ha preso più a cuore la causa del cane Seamus e dal 2007 ha cominciato a citare il “Crate Gate” immancabilmente ogni volta che parla di Romney in un suo pezzo. Un blogger americano, Matthew Aldridge, ha contato tutte le volte in cui Collins ha citato il caso ed è arrivato a quota 53. L’ultima volta è stata lo scorso 9 marzo, quando Collins ha criticato Romney per la sua posizione ambigua sul caso delle recenti offese sessiste del giornalista radiofonico Rush Limbaugh a una studentessa americana: “Ecco perché non riusciamo ancora a capire la storia del cane sulla macchina”, ha aggiunto Collins.
L’Atlantic, dunque, si è chiesto se Collins non stia esagerando con il “Crate Gate”, come del resto hanno già scritto Ben White di Politico e Jacob Weisberg di Slate. Secondo l’Atlantic, invece, “la crociata di Collins non morirà” presto per tre motivi. Uno: alla gente piace la storia del cane di Romney. Due: la storia ha indignato molti animalisti, come dimostrano i commenti sul sito dell’Atlantic ogni qual volta la testata dice che forse il “Crate Gate” è stato preso troppo sul serio. Tre: a Collins e ai suoi lettori, la “crociata” piace e del resto Collins ha già detto in passato che non avrebbe più citato l’episodio di Seamus solo dopo la nomination del candidato repubblicano alle elezioni presidenziali di quest’anno. Fino a quel momento, ha promesso, non si fermerà.
foto: AP/Mary Schwalm