Studiate meno Lettere e più Scienze
Lo sviluppo economico italiano è molto in salita: ma aiuterebbe che gli studenti scegliessero più facoltà scientifiche che umanistiche, scrive Nicola Persico partendo da Singapore
Nicola Persico, che insegna Economia alla New York University, ha pubblicato sul sito di economia Lavoce.info alcuni dati e riflessioni su come un ostacolo alla crescita economica italiana e allo sviluppo siano anche le scelte degli studenti, troppo orientate verso le facoltà umanistiche.
Il Corriere della Sera ha di recente pubblicato un articolo dal titolo “I laureati italiani? Sempre più disoccupati”. Ovviamente, la mancanza di sbocchi lavorativi in Italia è un serio problema. Però credo che sia reso ancora più grave dalla scelta improvvida della facoltà universitaria.
Nel 2004, quando insegnavo alla University of Pennsylvania, mi capitò sotto mano il libretto universitario più spettacolare che abbia mai visto: doppio major (laurea, diciamo) in economia e matematica, tutti A (il voto più alto possibile), e percorso universitario finito in tre anni invece di quattro. A chi apparteneva questo libretto? A Jasmin Lau, studentessa di Singapore, una delle due arrivate quell’anno a University of Pennsylvania con una borsa di studio dello Stato di Singapore.
L’aneddoto rivela un fenomeno più generale. Singapore sta facendo qualcosa di buono con i suoi studenti. Infatti, se guardiamo i punteggi Pisa del 2009 gli studenti di Singapore risultano secondi al mondo per capacità matematiche, mentre l’Italia è al trentaquattresimo posto in classifica. Singapore è anche una delle nazioni cresciute più velocemente negli ultimi trenta anni, e infatti ha ampiamente scavalcato l’Italia per Pil pro-capite. Le due cose sono collegate: Singapore cresce non perché abbia risorse naturali–non ne ha–ma perché ha capitale umano.
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