6060 anni di carcere
Perché in Guatemala l'ex soldato Pedro Pimentel ha ricevuto una condanna così enorme (ma simbolica)
Ieri, lunedì 13 marzo, un tribunale in Guatemala ha condannato a 6060 anni di prigione Pedro Pimentel, un ex soldato delle forze speciali che partecipò al massacro di oltre 200 persone nel villaggio di Dos Erres avvenuto nel 1982. Pimentel ha 55 anni e fino allo scorso anno abitava a Los Angeles, negli Stati Uniti, dove fu estradato per essere processato dai magistrati guatemaltechi in seguito alla testimonianza di un altro soldato che aveva partecipato al massacro. L’episodio avvenne nel 1982 nel corso della lunga e sanguinosa guerra civile durata nel paese tra il 1960 e il 1996: guerriglieri e ribelli combattevano cercando di rovesciare le varie dittature militari che si succedevano al potere.
Pimentel faceva parte dei Kaibiles, le forze di sicurezza di élite del paese addestrate per missioni speciali e per operazioni di contrasto dei guerriglieri. Il 6 dicembre del 1982 le truppe governative entrarono in un villaggio in cerca di armi rubate dai guerriglieri ad alcuni soldati. Non le trovarono ma accusarono comunque gli abitanti di aver collaborato con i ribelli. Gli abitanti, raccontarono in seguito i testimoni, furono torturati dai soldati e derubati prima di essere brutalmente uccisi. Le donne e le bambine furono stuprate. I loro corpi furono gettati in un pozzo e furono ritrovati solamente a partite dagli anni Novanta, dopo la fine della guerra civile. Furono recuperati i resti di 171 persone, almeno 67 al momento della morte avevano meno di 12 anni.
I giudici hanno deciso di condannare Pimentel con una sentenza che ha in parte valore simbolico, perché le leggi in Guatemala prevedono un massimo di 50 anni di detenzione per i delitti più gravi. Il conteggio è stato effettuato comminando una pena di 30 anni per ogni persona uccisa a Dos Erres, cui sono stati aggiunti altri 30 anni per crimini contro l’umanità. Pimentel si è sempre difeso dicendo di non aver partecipato al massacro e ricordando che a novembre del 1982 aveva abbandonato il proprio incarico.
Quattro altri soldati furono processati per il massacro di Dos Erres durante l’estate dello scorso anno. Anche loro furono condannati a 6060 anni ciascuno. A inizio anno è intanto iniziato un altro importante processo, questa volta contro l’ex dittatore guatemalteco Efrain Rios Montt, al potere tra il 1982 e il 1983, uno dei periodi più duri e sanguinari della guerra civile nel paese. È accusato di genocidio e crimini contro l’umanità per aver, tra le altre cose, ordinato l’uccisione di circa 1.700 nativi Maya nel periodo in cui era al potere. Montt ha 85 anni e gli è stata negata la possibilità di essere amnistiato dal Tribunale, cosa che ha spinto i suoi legali a ricorrere presso la Corte costituzionale del paese. Secondo la difesa, Montt non controllava le operazioni sul territorio e non può quindi essere ritenuto responsabile per le decisioni che assunsero i singoli comandanti.
foto: AP Photo/Moises Castillo