Cosa sarà Expo 2015
Dieci cose facili per cominciare a capire di cosa si parla, litigi e polemiche a parte (ma non troppo a parte)
Mancano soli tre anni all’Expo italiana o mancano ancora tre anni all’Expo italiana? Da una parte sembra una scadenza assai distante – maggio 2015 – per un paese e per i suoi cittadini abituati a vivere con un’agenda brevissima e in difficoltà a immaginare il suo futuro oltre il prossimo equinozio. Dall’altra, ne parliamo da così tanto tempo di questa benedetta esposizione universale che ormai sembra di esserci davvero vicini: e invece mancano ancora tre anni.
Ma si tratta di un progetto così esteso e complesso, soprattutto nell’intrico della partecipazione pubblica in tempi di crisi, che questi tre anni serviranno tutti fino all’ultimo giorno. Poi vedremo come andrà e se davvero lascerà benefici più solidi alle economie nazionali e a tutti quanti, oltre che alla colossale impresa che la organizza. Ma intanto, a fronte di una strategia di comunicazione che finora è sembrata piuttosto povera (lasciando spazio solo a polemiche, accuse, litigi e contestazioni) può essere interessante farsi un’idea migliore di ciò di cui si parla. A cominciare dalle cose elementari.
1. Expo 2015 aprirà il 15 maggio 2015 e chiuderà il 31 ottobre.
2. Sarà una grande esposizione distribuita su spazi e allestimenti diversi e dedicata al cibo: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Si terrà in un’area a nordovest di Milano (quella rossa nella mappa), contigua all’area della nuova Fiera di Rho.
3. Hanno confermato finora la loro partecipazione 73 paesi, l’organizzazione conta che arrivino a essere 140.
4. Accanto agli stati con i loro padiglioni nazionali (60) saranno presenti con i loro spazi altri espositori, come aziende, organizzazioni internazionali, organizzazioni no profit. Altri paesi saranno presenti in “cluster” tematici (sul riso, sul caffè, sul cacao…) senza un proprio spazio espositivo indipendente.
5. L’obiettivo di pareggio previsto è di 20 milioni di visitatori. I biglietti avranno prezzi variabili a seconda di offerte, abbonamenti e pacchetti, ma il costo dovrebbe essere in media di 25 euro.
6. Eventi paralleli a quelli in calendario nel programma ufficiale all’interno dell’area Expo si svolgeranno a Milano e in altre località e città, organizzati indipendentemente ma coordinati con Expo.
7. Gli investimenti pubblici sono di 1,3 miliardi di euro (833 milioni del governo, 477 degli enti locali: finora ne sono stati versati circa un decimo). Quelli delle aziende private 400 milioni di euro. Quelli dei partecipanti ufficiali 1 miliardo di euro. I lavori veri e propri di costruzione cominceranno dopo ottobre 2012 e per la gran parte dovranno essere ultimati a fine 2014.
8. Il coordinatore e direttore dei lavori dell’Expo è il Commissario Generale Roberto Formigoni. Ma ci sono anche un Commissario Straordinario, il sindaco di Milano Pisapia, e l’amministratore delegato di “Expo 2015 Spa” Giuseppe Sala, a rendere complicata una governance del progetto che ha già avuto diversi attriti. Tenendo anche conto che è un caso inedito che il Commissario Generale sia una figura con un altro ruolo tanto importante e ingombrante come il Governatore della Lombardia.
9. L’area dell’Expo, una volta chiusa l’esposizione, diverrà di proprietà di una società con quote delle amministrazioni pubbliche e della Fiera di Milano: che però non ha ancora completato le operazioni di acquisto, per mancanza dei soldi necessari.
10. Il sito web di Expo è qui. L’account di Twitter è questo. La pagina di Facebook è questa.