Che cosa succede a Gaza
Le foto e il riassunto di quanto successo negli ultimi giorni di bombardamenti, che hanno ucciso almeno 21 palestinesi
Da quattro giorni l’esercito israeliano è tornato a bombardare la striscia di Gaza. Finora i morti palestinesi accertati sono 21, tra cui diversi bambini. I feriti sarebbero oltre 65, alcuni di questi in gravi condizioni. Si tratta del bilancio più grave in pochi giorni dalla cosiddetta operazione Piombo Fuso, l’operazione militare dell’esercito israeliano a Gaza nel 2008, durante la quale in tre settimane morirono oltre 1.300 palestinesi e 13 israeliani. Solo oggi sono morti altri due militanti palestinesi, uccisi in due raid distinti a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Sempre oggi si è diffusa la voce della morte anche di un 15enne, presumibilmente ucciso dai missili israeliani a Beit Lahiya. Ma secondo la Agence France Press sarebbe stato ucciso da un ordigno che aveva con sé.
Le cause dei raid
Tutto è cominciato da un raid di Israele avvenuto venerdì scorso, che ha ucciso Zuhair al-Qaissi, 49enne leader dei Comitati di Resistenza Popolare, insieme a suo genero, il 44enne Mahmoud Hanini. Secondo gli israeliani, al-Qaissi sarebbe stato responsabile di molti attacchi contro Israele (come quello del Sinai dello scorso agosto), ma anche del rapimento del soldato israeliano Gilad Shalit, tenuto in ostaggio per più di 5 anni e rilasciato a ottobre in cambio della liberazione di un migliaio di detenuti politici palestinesi.
Il New York Times aveva scritto che l’attacco sarebbe avvenuto dopo il lancio di due razzi da Gaza di poche ore prima (che non avrebbero provocato danni). In realtà, come ha confermato anche Israele, l’uccisione di al-Qaissi era programmata da tempo, in quanto considerato una seria minaccia per la sicurezza nazionale. L’esercito israeliano ha detto che al-Qaissi “stava preparando un imminente attacco terroristico contro Israele”.
Reazioni e rappresaglie
Dopo il raid, i miliziani di Gaza hanno cominciato a lanciare numerosi razzi Qassam e Katiuscia (130, secondo Israele). Molti di questi, almeno 40, sono stati intercettati dal sistema antimissilistico israeliano “Iron Dome”. Gli altri, che sono atterrati prevalentemente nelle zone di Be’er Sheva, Ashdod e Ashkelon, non hanno causato grossi danni: il rischio più grande si è corso a Be’er Sheva, dove è stata colpita una scuola fortunatamente già evacuata.
Israele ha risposto ai razzi che arrivavano da Gaza con almeno 24 raid aerei per tutto il weekend, fino al pomeriggio di domenica. I raid israeliani poi, in seguito al continuo lancio di missili dalla Striscia di Gaza rivendicato dal gruppo estremista Jihad islamico e dai Comitati di Resistenza Popolare, sono ripresi anche oggi e hanno ucciso altre due persone. L’esercito israeliano ha parlato di circa 30 razzi lanciati solo oggi da Gaza.
La diplomazia
Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, che governa Gaza dopo le elezioni del 2006, si è appellato all’Egitto per chiedere la fine delle violenze con Israele (dalla caduta di Mubarak l’Egitto ha sostenuto la causa dei palestinesi). Proprio oggi, tra l’altro, si riunisce il cosiddetto Quartetto per il Medio oriente (Stati Uniti, Russia, ONU e Unione Europea) per discutere sugli sviluppi del conflitto israelo-palestinese, poco prima dell’apertura del summit del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla Primavera Araba.
Gli Stati Uniti hanno duramente condannato il lancio di razzi palestinesi. La Lega Araba ha parlato invece di “massacro” di Israele, mentre l’Unione Europea ha preso una posizione intermedia e ha invitato entrambe le parti a fermare le ostilità. Al centro del summit del quartetto ci saranno anche i tentativi per riprendere i negoziati tra israeliani e palestinesi, fermi dal settembre 2010, anche se dopo le ultime notizie circola comprensibilmente parecchio scetticismo.
foto: MAHMUD HAMS/AFP/Getty Images