Per gli ostaggi in Nigeria venne pagato un riscatto?
Prima dell'intervento delle forze speciali, ai rapitori di Lamolinara e di McManus sarebbe stata data parte della cifra richiesta, scrivono oggi i giornali inglesi
L’agenzia stampa mauritana Agence Nouakchott d’Information, ripresa in queste ore da quotidiani inglesi come il Guardian, l’Independent e il Daily Telegraph, ha rivelato che al momento del fallito intervento di liberazione effettuato dall’esercito britannico, i rapitori avevano già ricevuto una parte del riscatto. La notizia finora è stata smentita dalle autorità britanniche. Secondo quanto dice il Guardian, i rapitori si sarebbero messi in contatto con la famiglia di Chris McManus, chiedendo 5 milioni di euro e il rilascio di alcuni prigionieri. Gli agenti britannici avrebbero pagato inizialmente una parte del riscatto, in modo da prendere tempo e trovare la base dei rapitori.
Secondo il Guardian il covo sarebbe stato scoperto e circondato dalle forze speciali britanniche e dall’esercito nigeriano nella giornata di mercoledì, il giorno prima dello scontro a fuoco. A quel punto i rapitori avrebbero cercato di trattare per poter scappare, e, alla risposta negativa degli inglesi, avrebbero ucciso i due ostaggi. Dall’autopsia effettuata ieri a Roma sul corpo di Lamolinara, infatti, pare che l’uomo sia stata ucciso con 4 colpi di arma di fuoco sparati da distanza ravvicinata, il che rende ormai certa la responsabilità dei rapitori nell’uccisione dei due uomini. Il Guardian cita anche la testimonianza, rilasciata da una donna alla agenzia Reuters, del fatto che i due ostaggi sarebbero stati giustiziati durante l’assalto inglese da sei uomini armati che facevano parte del commando di rapitori.
Dal punto di vista diplomatico le cose sono ferme alla dichiarazione congiunta dei due ministri degli esteri, Giulio Terzi e William Hague, che nella serata di venerdì hanno ribadito la solidità dell’alleanza tra i due paesi nella lotta contro il terrorismo. L’Italia, in ogni caso, aspetta di ricevere tutti i chiarimenti del caso sull’organizzazione e sulla dinamica dell’intervento.
foto: EMMANUEL AREWA/AFP/Getty Images