Il Giappone un anno dopo lo tsunami
Undici video, foto e storie sul disastro di un anno fa e sulle sue conseguenze
Oggi il Giappone commemora il primo anniversario del devastante terremoto che ha colpito il paese l’11 marzo del 2011, a cui è seguito uno tsunami che ha causato altri gravissimi danni, in particolare nella costa nordorientale del paese. Nel disastro sono morte più di 15.800 persone, a cui si aggiungono tremila persone che rimangono disperse. Il terremoto e lo tsunami hanno causato uno degli incidenti nucleari più gravi della storia, nell’impianto di Fukushima Daiichi.
In tutto il paese si sono tenute cerimonie di commemorazioni e alle 14.46, l’ora del terremoto, è stato osservato un minuto di silenzio. La cerimonia principale si è tenuta al Teatro Nazionale di Tokio, a cui hanno partecipato l’imperatore del Giappone Akihito, 78 anni, e il primo ministro Yoshihiko Noda.
1. La scossa
La scossa principale del terremoto avvenne alle 14.46 ora locale (le 6.46 in Italia) dell’11 marzo 2011, con epicentro a circa 70 km dalla costa nordorientale del Giappone, circa 400 km da Tokio, e ipocentro a una profondità di 32 km. La magnitudo del terremoto venne misurata successivamente come di grado 9,0 sulla scala Richter: è stato il terremoto più potente che abbia mai colpito il Giappone da quando esistono misurazioni scientifiche, 130 anni fa, e il quarto più potente nel mondo dal 1900. Un video che visualizza tutti i terremoti che hanno colpito il Giappone nel 2011 aiuta a rendersi conto della proporzione della scossa rispetto ai molti terremoti che colpiscono ogni anno il paese.
2. Le prime immagini del disastro
Le prime immagini che arrivavano dal Giappone mostravano grandi incendi e il mare ancora agitato. Dopo poche ore, e a partire dal giorno successivo, le immagini di incendi lasciarono il posto a quelle di enormi devastazioni, desolazione nell’area intorno alla centrale nucleare di Fukushima, biblioteche distrutte e oggetti rimasti tra il fango e le rovine.
3. I primi risultati della commissione di inchiesta indipendente sull’incidente di Fukushima e come procede la bonifica
All’interno dell’impianto nucleare di Fukushima Daiichi, nella prefettura di Fukushima, il terremoto e lo tsunami hanno causato la rottura del sistema di raffreddamento. C’è stata una serie di incendi ed esplosioni, che hanno danneggiato quattro dei sei edifici che costituiscono l’impianto. Si è verificata una fuoriuscita di materiale nucleare: circa 80 mila persone sono state evacuate e a fine aprile è stata istituita una zona di sicurezza con un raggio di 20 km intorno alla centrale. L’area resta inabitabile ancora oggi a causa degli alti livelli di radiazione. L’incidente di Fukushima, con la fusione del nocciolo di tre diversi reattori, è l’unico incidente nucleare classificato al massimo livello, il settimo, nella scala di gravità degli eventi nucleari dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, insieme al disastro di Chernobyl.
4. Le prime pagine dei giornali giapponesi, nei giorni immediatamente successivi al terremoto
5. La ricostruzione: due immagini celebri
Vennero scattate allo stesso tratto di autostrada giapponese nella zona di Naka. La prima, dell’11 marzo, mostrava l’autostrada da Tokyo alla prefettura di Ibaraki, circa 100 km a nord, completamente devastata; nella seconda, sei giorni dopo, la strada era stata riparata.
6. La ricostruzione, oggi
Le foto della prefettura di Miyagi, in Giappone, scattate pochi giorni fa dai fotografi di Kyodo News e confrontate con quelle di subito dopo il disastro. Il recupero e la ricostruzione delle aree colpite avrà un costo enorme, che secondo gli analisti supererà i 92 miliardi di dollari. Una serie di immagini simili venne pubblicata da Associated Press sei mesi dopo il disastro.
7. Il Giappone ricostruisce, ma non cambia
Il primo ministro giapponese al momento del disastro, Naoto Kan, si dimise alla fine di agosto, dopo solo quindici mesi di governo. Kan era stato molto criticato per il suo atteggiamento giudicato incerto e poco autorevole nella gestione della crisi. Un’analisi di Newsweek disse che il modo di fare politica nel paese, con le sue estreme cautele e lentezze, non era stato toccato dal disastro, e restava legato a lunghe lotte tra fazioni all’interno dei partiti e a governi di breve durata che cercavano di evitare ogni provvedimento impopolare.
8. Le proteste contro il nucleare
Meno di un mese dopo il terremoto, il 10 aprile 2011, si tenne in un quartiere di Tokio una delle più grandi manifestazioni di protesta degli ultimi dieci anni in Giappone. Diverse migliaia di persone sfilarono (ma ordinatamente e senza interrompere il traffico) cantando slogan contro il nucleare, protestando contro la gestione della situazione da parte della TEPCO, una delle maggiori società giapponesi e il gestore dell’impianto di Fukushima, e contro il governo giapponese, accusato di aver informato poco e male i cittadini. Il 19 settembre 2011, circa 30.000 persone parteciparono a una manifestazione contro l’energia nucleare a Tokio.
9. I numeri dello tsunami
Solo tre, dalla lunga lista:
600 milioni è l’intensità del sisma paragonata all’energia prodotta dalla bomba atomica sganciata su Hiroshima.
10 è l’altezza in metri che le onde anomale hanno mediamente raggiunto quando hanno raggiunto le coste, in alcune zone ci sono state onde di 14 metri.
1.235 sono le scosse che hanno composto lo sciame sismico.
10. Il dibattito sull’energia nucleare
Nonostante le proteste, il primo ministro Noda sembra intenzionato a riattivare gradualmente le centrali nucleari giapponesi: da mesi molte di loro sono spente, dato che le autorità locali hanno impedito la riattivazione degli impianti chiusi per l’ordinaria manutenzione, un’operazione che di solito impiega tra i tre mesi e l’anno. Di conseguenza, alla fine di settembre gli impianti attivi erano una dozzina su 54 e oggi sono ancora meno.
11. Il reportage di Paolo Giordano da Fukushima, pubblicato su La lettura del Corriere della Sera un anno dopo il disastro.
foto: YOMIURI SHIMBUN/AFP/Getty Images