L’Economist elogia Monti
"L'uomo che ha cambiato la politica italiana ed europea", scrive il numero di questa settimana, e spiega perché
Charlemagne è la rubrica settimanale dell’Economist che si occupa di affari europei. Questa settimana è dedicata a Mario Monti e il suo contenuto è degno di nota: soltanto il catenaccio parla già di Monti come “l’uomo che ha cambiato la politica italiana ed europea”, mentre le prime righe paragonano Monti a Lucio Quinzio Cincinnato, il politico romano che secondo le ricostruzioni fu richiamato all’attività pubblica dopo essere andato in pensione. L’Economist ricostruisce brevemente l’arrivo di Monti nella politica italiana dopo la fine del governo Berlusconi e riassume così il seguito.
In tre mesi ha salvato l’Italia dalla catastrofe. Tagli alla spesa, aumenti delle tasse e una riforma delle pensioni – più una campagna di alto profilo mediatico contro l’evasione fiscale – hanno rimesso le finanze pubbliche italiane sulla giusta strada, verso il pareggio di bilancio nel prossimo anno e, se tutto andrà bene, verso la riduzione del colossale debito pubblico. Allo scopo di stimolare la crescita economica, Monti vuole liberalizzare le professioni e semplificare la burocrazia. Il prossimo obiettivo è ancora più complicata: riformare lo sclerotico e dualista mercato del lavoro italiano.
L’Economist prosegue dicendo che la caduta dello spread ha molto a che fare soprattutto con Mario Draghi, che ha inondato di liquidità le banche europee, ma dice che in Italia poco sarebbe stato possibile se Monti non avesse “ripristinato la credibilità del paese”. La competenza di Monti in tema economico, infatti, non ha sorpreso nessuno, scrive l’Economist. Quello che è sorprendente è stata la sua “agilità diplomatica”.
L’Italia, membro fondatrice dell’Unione Europea, è tornata al centro del dibattito europeo dopo l’emarginazione e le umiliazioni dell’era di Berlusconi.
Monti è corteggiatissimo, dice l’Economist: adorato dai burocrati europei, corteggiato da Obama, stimato da Merkel. Per la Francia è un alleato nelle sue richieste alla Germania. Per la Gran Bretagna è un alleato fondamentale per non restare isolata nell’Unione Europea. Ai paesi europei più piccoli offre ascolto e maggiore libertà di manovra rispetto a Francia e Germania. E quindi, in ultima istanza, rende la politica europea più fluida e funzionante.
Poi certo, molte cose possono andare ancora storte. Rilanciare la crescita economica italiana non sarà semplice. E soprattutto Monti ha poco tempo.
Mettere a posto l’Italia potrebbe richiedere dieci anni, ma il suo mandato finisce l’anno prossimo. E Monti non sarebbe il primo tecnocrate italiano a vedere il suo lavoro stracciato da politici privi di spina dorsale. In ogni caso, le sue riforme a lungo termine necessitano di legittimità democratica.
Per questo, conclude l’articolo, la carriera politica di Monti potrebbe non finire qui. L’attuale presidente del Consiglio italiano sarebbe nel 2014 un ottimo candidato alla presidenza della Commissione europea. Senza contare che, come Lucio Quinzio Cincinnato, potrebbe essere chiamato nuovamente a fare il presidente del Consiglio italiano. “Non fosse altro che per impedire che lo faccia nuovamente Berlusconi”, aggiunge perfido l’Economist.