L’Italia, il Regno Unito e gli ostaggi
Il punto della situazione sul caso Lamolinara, tra accuse e versioni discordanti
18.27 – Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi di San’Agata, ha detto di aver chiesto al suo omologo britannico “informazioni dettagliate” su quanto avvenuto ieri in Nigeria nel più breve tempo possibile “nelle prossime ore”.
16.04 – Un portavoce del primo ministro David Cameron ha dichiarato che il governo britannico non ha ricevuto alcuna protesta formale da parte del governo italiano e ha detto anche di non essere a conoscenza di alcuna richiesta di fermare l’attacco, né di alcun rimprovero ufficiale da parte di Monti, durante la telefonata tra Cameron e il primo ministro italiano di ieri.
I media britannici hanno dato spazio alla dichiarazione piuttosto dura del presidente della Repubblica Napolitano, ma molti uomini politici britannici hanno difeso l’operato del Regno Unito. Il presidente della commissione parlamentare inglese per gli Affari esteri, Richard Ottaway, ha detto che il Regno Unito non era obbligato a informare l’Italia. David Blair, giornalista del Telegraph, ha sottolineato in un commento che l’Italia è sospettata da tempo di pagare i riscatti e di essere condiscendente con i rapitori, e che questo “potrebbe essere una ragione” per cui l’Italia non è stata informata dell’attacco in Nigeria.
12.25 – Giorgio Napolitano, uscendo da Montecitorio, ha detto ai giornalisti che «il comportamento del governo inglese è inspiegabile per non aver consultato e informato l’Italia» e che «è necessario un chiarimento sul piano politico e diplomatico».
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Le circostanze del blitz che ha portato ieri alla morte di un ostaggio italiano rapito in Nigeria stanno causando qualche attrito a livello diplomatico tra l’Italia e il Regno Unito. Ieri è stato ucciso in Nigeria Franco Lamolinara, un ingegnere italiano di 47 anni, originario della provincia di Vercelli, che lavorava per una ditta di costruzioni ed era da oltre dieci anni nel paese africano. Era stato rapito insieme al suo collega inglese Cristopher McManus, 28 anni, a maggio dello scorso anno: i due uomini sono stati uccisi in un tentativo di liberarli da parte delle forze speciali nigeriane e inglesi.
La notizia è stata data dal presidente del Consiglio Mario Monti con un comunicato sul sito del governo. Secondo il corrispondente della BBC a Roma, Alan Johnston, l’inizio del comunicato fa capire che le autorità italiane sono state informate solo dopo l’inizio dell’operazione militare.
Il Presidente del Consiglio Mario Monti ha ricevuto questo pomeriggio […] una telefonata del Primo Ministro britannico David Cameron, che gli ha comunicato la tragica conclusione di un’operazione condotta dalle forze di sicurezza nigeriane, con il sostegno operativo di quelle britanniche, intesa a liberare gli ostaggi sequestrati il 12 maggio 2011 a Birkin Kebin, l’italiano Franco Lamolinara e il britannico Cristopher McManus. L’operazione si è purtroppo tragicamente conclusa con l’uccisione degli ostaggi avvenuta, secondo la ricostruzione britannica, ad opera dei sequestratori. […] L’operazione è stata avviata autonomamente dalle autorità nigeriane con il sostegno britannico, informandone le autorità italiane solo ad operazione avviata.
Anche il messaggio pubblicato dal primo ministro Cameron sul sito del Foreign Office, il ministero degli Esteri britannico, parla più volte di coordinamento e collaborazione con le autorità nigeriane, ma non nomina mai il governo italiano. A proposito dell’operazione, scrive Cameron, “insieme al governo nigeriano, oggi [ieri, ndr] ho dato l’autorizzazione, con il supporto del Regno Unito”.
Oggi, sulla pagina che registra i comunicati del presidente del Consiglio, è comparso un altro messaggio molto breve che parla di una telefonata tra il presidente del Consiglio e il presidente nigeriano.
Il Presidente del Consiglio Mario Monti ha chiesto al Presidente della Nigeria Jonathan in una conversazione telefonica, questa sera, di avere al più presto una ricostruzione dettagliata delle circostanze che hanno portato all’uccisione degli ostaggi Franco Lamolinara e Christopher McManus.
Secondo un portavoce del primo ministro britannico, il Regno Unito è rimasto in contatto con le autorità italiane durante il caso: queste sarebbero state informate anche mentre l’operazione era in corso. Il senatore del Popolo della Libertà Lucio Malan ha detto in una trasmissione del secondo canale della BBC, Newsnight, che le autorità italiane non sono soddisfatte della gestione del caso e intendono sapere perché non sono state informate in anticipo del tentativo di liberare gli ostaggi, smentendo così la versione del portavoce di Cameron. Anche Massimo D’Alema, presidente della commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti, ha chiesto che venga spiegata la mancata comunicazione tra le autorità britanniche e italiane. Diversi altri parlamentari del PD, del PdL e dell’IdV hanno chiesto che vengano chiarite le circostanze del blitz e hanno espresso disapprovazione per la gestione britannica della situazione.
La ricostruzione
Il primo ministro inglese ha detto di avere autorizzato il tentativo di liberare i due ostaggi perché si trovavano “in imminente e crescente pericolo”. L’attacco è avvenuto nella città di Sokoto, nell’estremo nordovest della Nigeria. Secondo la ricostruzione del Daily Telegraph, l’autorizzazione all’operazione è stata data da David Cameron ieri mattina intorno alle nove ora italiana, dopo una riunione a Londra del cosiddetto “Comitato COBRA” (Cabinet Office Briefing Rooms, COBR) che si occupa della sicurezza nazionale e di cui fa parte anche il primo ministro.
Circa due ore dopo è iniziato l’attacco in Nigeria, portato avanti da alcuni commando dello Special Boat Service (SBS), le forze speciali della marina britannica, e da membri dell’esercito nigeriano. Il Telegraph scrive che i commando britannici si trovavano nel paese da almeno due settimane, ma che la casa dove venivano custoditi gli ostaggi era stata scoperta solo di recente. Gli uomini dello SBS avrebbero ucciso almeno due rapitori, ma non sarebbero riusciti a impedire l’uccisione degli ostaggi. L’attacco ha causato un lungo scontro a fuoco che è durato per tutto il pomeriggio. Il governo nigeriano ha annunciato che i due sospetti assassini di Lamolinara e McManus sono stati arrestati ieri sera.
L’Independent aggiunge qualche dettaglio sui rapitori, con cui le autorità nigeriane e britanniche sarebbero state in contatto diverse volte nelle settimane precedenti all’attacco. I rapitori si sarebbero autodefiniti più volte “al-Qaida nella terra al di là del Sahel” e avrebbero presentato richieste “confuse” per il rilascio. L’organizzazione farebbe parte del gruppo di estremisti islamici Boko Haram, che negli ultimi mesi si è reso responsabile di molti atti di violenza nel nord del paese. Secondo il quotidiano, alcune telefonate dei rapitori intercettate dai britannici avrebbero indicato che gli ostaggi stavano per essere venduti o ceduti ad un’altra organizzazione, forzando così i tempi per l’attacco. Sempre l’Independent aggiunge, citando una fonte anonima nei servizi britannici, che l’Italia sapeva che un blitz poteva essere portato avanti da un momento all’altro e con scarso preavviso, quindi queste proteste sarebbero “ipocrite”.
foto: CARL COURT/AFP/Getty Images