La Grecia deve trovare oggi l’accordo con i creditori
A banche e investitori privati è richiesto di rinunciare a più della metà del valore dei loro titoli
Il governo greco dovrà trovare lungo la giornata di oggi un accordo sul suo debito nei confronti dei privati, ha detto il commissario europeo Olli Rehn, per garantire stabilità finanziaria all’eurozona e ricevere le rate del secondo prestito internazionale approvato nelle scorse settimane dall’Unione Europea, dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale Europea.
La Grecia ha bisogno che almeno il 75 per cento dei possessori di titoli di Stato accetti un deprezzamento del 53,5 per cento del valore dei bond. Gli investitori privati hanno tempo fino alle 20 di oggi per manifestare la propria opinione riguardo i loro crediti, che oggi ammontano a 206 miliardi di euro. In caso di fallimento il governo greco non potrebbe ripagarli e quindi molti dovrebbero preferire perdere una parte dei loro soldi ma avere la garanzia di riceverne indietro un’altra parte. Anche per questo negli scorsi mesi la situazione della Grecia è stata definita di “default selettivo”.
Ieri il 40 per cento dei creditori greci – il 52 per cento, secondo il Wall Street Journal – aveva dato il proprio assenso al deprezzamento. Ai creditori è richiesto anche di accettare un taglio dei rendimenti e una proroga dei tempi da concedere al governo greco perché i titoli vengano ricomprati. Martedì sera il ministero greco dell’Economia aveva detto che sei tra le più grandi banche del paese avrebbero accettato l’accordo: insieme possiedono 40 dei 206 miliardi di titoli. Anche alcune banche portoghesi e britanniche nonché una compagnia assicurativa italiana hanno accettato il taglio. Cinque fondi pensione greci, invece, che possiedono insieme circa due miliardi di euro di titoli, hanno rifiutato l’accordo. Il governo greco ha detto chiaramente che l’alternativa al deprezzamento è un potenziale default. Il deprezzamento dovrebbe ridurre il debito greco verso i privati a poco meno di 100 miliardi di euro, contribuendo così a portare il rapporto tra debito a PIL entro il 2020 da 160 per cento a 120,5 per cento.
Non è chiaro cosa succederà col credito di chi non accetta l’accordo. Il Wall Street Journal scrive che se si trattasse di una piccola somma le autorità europee potrebbero decidere semplicemente di liquidarle, generando però probabilmente polemiche per una decisione che premierebbe chi si è sottratto all’accordo penalizzando chi ha responsabilmente accettato dei sacrifici. L’alternativa è che il governo greco ricominci a negoziare un accordo con chi è rimasto. Oppure che il governo greco semplicemente rifiuti di pagare tout court chi non accetta l’accordo, come ha detto ieri un analista di J. P. Morgan. Successivamente al default dell’Argentina le cause tra i creditori e lo Stato andarono avanti per molti anni.
– Da dove vengono i guai della Grecia
foto: Getty Images