Dopo lo tsunami
Le foto della prefettura di Miyagi, in Giappone: com'era subito dopo il disastro, com'è adesso
È quasi passato un anno dal terremoto che lo scorso 11 marzo interessò la zona costiera del Giappone nord occidentale. Il forte sisma, che raggiunse magnitudo 9, portò alla formazione di uno tsunami con onde che superarono in alcuni punti della costa i 35 metri di altezza, secondo alcune recenti ricerche scientifiche. L’acqua del mare si spinse con violenza per alcuni chilometri nell’entroterra, spazzando via case, automobili, strade e le navi ormeggiate nei porti lungo la costa. Il disastro naturale causò la morte di 15.850 persone in diverse prefetture del paese e il ferimento di almeno seimila persone. Oltre tremila abitanti delle zone colpite sono dati ancora oggi per dispersi.
A distanza di un anno, in molte aree è stata completata la complessa e lunga fase di rimozione delle macerie e dei detriti. Sono stati anche avviati piani di ricostruzione delle infrastrutture distrutte, passo fondamentale per iniziare anche a ricostruire le case e consentire agli oltre trecentomila sfollati di tornare nelle loro città. Il recupero e la ricostruzione delle aree colpite avrà un costo enorme, che secondo gli analisti supererà i 92 miliardi di dollari. Come molti altri fotografi in queste settimane, i fotoreporter dell’agenzia di stampa giapponese Kyodo sono tornati nelle zone della prefettura di Miyagi per verificare lo stato dei lavori, e mostrare le differenze tra i giorni subito dopo il disastro e oggi. Alcune aree, rese irriconoscibili da macerie e detriti, sono tornate alla normalità con strade ripulite ed edifici ricostruiti. In altre zone, invece, i danni dello tsunami sono ancora evidenti, con interi isolati da ricostruire e alcune imbarcazioni spostate sulla terraferma ancora da recuperare.