La nuova inchiesta sulla corruzione alla regione Lombardia
Un nuovo "filone di indagine" ha tra gli indagati il presidente del consiglio regionale Boni e altri leghisti
Dall’inchiesta che vede indagato per corruzione il presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni, emerge, da quanto si è appreso, un giro di tangenti di oltre un milione di euro. Soldi che sarebbero stati versati in contanti tra il 2008 e il 2010, nell’ambito di una decina di «accordi corruttivi», a Boni e al capo della sua segreteria Dario Ghezzi e a loro consegnati anche negli uffici della Regione. L’ipotesi degli inquirenti è che parte di quelle mazzette sia andata anche alla Lega Nord.
Davide Boni (Lega) è indagato per corruzione in relazione a un filone di indagine su tangenti per concessione di aree edificabili nel Comune di Cassano D’Adda, inchiesta che aveva portato all’arresto dell’allora sindaco Edoardo Sala. Boni è coinvolto insieme al capo della segreteria Dario Ghezzi e all’immobiliarista Luigi Zunino, ex numero uno di Risanamento. Zunino sarebbe stato beneficiario di alcuni interventi compiuti sul piano regolatore di Cassano d’Adda. C’è anche una quarta persona indagata, della quale non è stato rivelato il nome perché la perquisizione a suo carico non è ancora cominciata. I fatti risalgono al periodo in cui Boni era assessore regionale all’Edilizia e al territorio. L’esponente leghista ha guidato l’assessorato tra il 2005 e il 2010, prima di andare a ricoprire la presidenza del Consiglio regionale. La Guardia di finanza, su ordine del procuratore aggiunto Robledo e del pm Paolo Filippini, ha perquisito l’ufficio di Boni in Regione Lombardia.
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