Germania e Bielorussia litigano
«Meglio dittatore che gay», ha detto il presidente bielorusso al ministro degli esteri tedesco, riaprendo una crisi diplomatica e politica
Domenica il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha dichiarato, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa BelTA, che secondo lui è «meglio essere dittatori che gay». La frase faceva riferimento al ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle, che è gay e qualche giorno prima aveva definito la Bielorussia «l’ultima dittatura d’Europa» (definizione molto usata e sensata, vista la situazione del paese). Westerwelle ha risposto a sua volta dicendo che questi commenti «dimostrano che tipo di persona è Lukashenko».
I pessimi rapporti tra Lukashenko e Westerwelle fanno parte però di uno scontro diplomatico molto più ampio tra Europa e Bielorussia. Dopo le contestate elezioni del dicembre 2010, vinte ufficialmente da Lukashenko tra accuse di brogli, e la repressione del governo bielorusso contro l’opposizione, i già precari rapporti tra Bielorussia e Unione Europea si sono deteriorati sempre di più. La settimana scorsa l’UE ha imposto nuove sanzioni contro la Bielorussia per non aver rispettato i diritti umani, congelando i beni e vietando l’ingresso nell’UE a 21 autorità giudiziarie e di polizia del paese. La Bielorussia allora ha richiamato i suoi ambasciatori da Bruxelles e dalla Polonia (il Parlamento polacco pochi giorni prima aveva chiesto ufficialmente all’Unione di esprimere solidarietà agli attivisti bielorussi) e lo stesso ha fatto l’UE con i suoi ambasciatori in Bielorussia.
Come sottolinea lo Spiegel, Lukashenko ha paura che l’Unione Europea possa imporre anche sanzioni economiche alla Bielorussia, che colpirebbero severamente la sua industria petrolifera: la Bielorussia, per esempio, è uno dei maggiori esportatori di petrolio proprio per Germania e Polonia. Secondo lo Spiegel, in caso di sanzioni economiche la fragile economia della Bielorussia, sostenuta sinora da una forte svalutazione della moneta, potrebbe subire pesanti ripercussioni dopo appena tre mesi. La settimana scorsa però due paesi dell’UE, Slovenia e Lettonia, si sono opposti a sanzioni volte a interrompere del tutto gli scambi commerciali con la Bielorussia.
Non è la prima volta che Lukashenko dice cose omofobe. L’anno scorso, riferendosi alla repressione successiva alle elezioni del 2010 e alle critiche dall’estero, aveva già detto: «Hanno cominciato a rimproverarmi per aver condannato i gay. Beh, a me i gay non piacciono e io gli ho detto ‘A me non piacciono i gay’». Su Westerwelle, invece, Lukashenko aveva dichiarato: «Gliel’ho detto sinceramente, guardandolo negli occhi: ‘Dovresti condurre una vita normale’».
foto: AP/Nikolai Petrov, BelTA