Rossella Urru, a che punto siamo

Circolano nuove indiscrezioni sulla trattativa per la liberazione, da prendere con le molle, mentre il governo continua a predicare cautela

Sono passati tre giorni dall’annuncio di Al Jazeera riguardo la presunta liberazione di Rossella Urru, la cooperante italiana rapita lo scorso ottobre in Algeria da un gruppo estremista islamico. Il ministero degli Esteri italiano continua a non commentare la vicenda e oggi l’inviato speciale del ministero per le emergenze umanitarie, Margherita Boniver, ha chiesto un silenzio stampa dicendo che “per la liberazione è la dimensione ideale”. Boniver, inoltre, ha chiesto a tutti gli italiani di avere fiducia nel lavoro della Farnesina. Il governo italiano è in costante contatto con quello spagnolo, anch’esso impegnato nella liberazione dei due cooperanti spagnoli rapiti con Urru, Ainhoa Fernández de Rincón e Enric Gonyalons.

L’agenzia di stampa mauritana Ani, che sabato aveva scritto dell’imminente liberazione di Urru, oggi cita fonti riservate che avrebbero visto in vita il poliziotto mauritano Aal Ould Al-Mukhtar, rapito due mesi fa al confine tra Mali e Mauritania da estremisti islamici. Al-Mukhtar, che inizialmente si diceva sarebbe stato liberato con Urru, sarebbe ancora nelle mani dei suoi rapitori. Secondo le stesse fonti di Ani la trattativa per la liberazione di Urru e Al-Mukhtar sarebbe ancora in corso e coinvolgerebbe contemporaneamente al-Qaida nel Maghreb Islamico (AQMI), il gruppo terroristico Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya (Movimento Monoteista per il Jihad in Africa occidentale, che avrebbe rapito la cooperante italiana), il governo italiano e quello mauritano.

In cambio i due gruppi avrebbero chiesto la liberazione del terrorista maliano Abdel Rahman Madou, già coinvolto nel rapimento dei coniugi italiani Sergio Cicala e Philomene Kabore nel 2009. A complicare le cose però c’è una rivolta dei ribelli di etnia tuareg contro le truppe maliane nel nord del paese, al confine con l’Algeria, che va avanti da giorni e che presumibilmente è sostenuta da mercenari armati che erano al servizio di Muammar Gheddafi durante l’ultima guerra civile in Libia. I tuareg non hanno un buon rapporto con il gruppo che ha rapito Urru e questo complicherebbe ulteriormente le cose.

Oggi, intanto, continuano a susseguirsi le voci sulla liberazione di Urru, sempre senza alcuna conferma ufficiale. L’agenzia di stampa italiana TMNews, citando “fonti qualificate”, sostiene che Rossella Urru si troverebbe nel nord-est del Mali, in una zona vicina al confine con l’Algeria e il Niger. La cooperante italiana sarebbe con un mediatore che sta negoziando il suo rilascio, ma l’annuncio della sua liberazione, scrive sempre TMNews, sarebbe stato bloccato da “difficoltà tipiche di operazioni in cui sono coinvolti ‘attori diversi'”. La ricostruzione combacerebbe con quella di Ani. Anche il Messaggero, citando “uomini del nostro intelligence”, scrive oggi che Urru sarebbe stata liberata “da al-Qaida da due giorni ma non è ancora in mani sicure”. Il Messaggero, tuttavia, dice che Urru si troverebbe attualmente in Algeria, cosa fino a questo momento inedita.

Rossella Urru, cooperante per il CISP (Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli), è stata rapita in Algeria lo scorso 22 ottobre, presumibilmente dal gruppo terroristico Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya (Movimento Monoteista per il Jihad in Africa occidentale), una costola dissidente dell’AQMI (Al Qaeda nel Maghreb Islamico). Il 3 marzo Al Jazeera ha annunciato la sua liberazione citando fonti senegalesi e mauritane, ma la conferma ufficiale del rilascio non è ancora arrivata.

– Chi è Rossella Urru

foto: www.rossellaurru.it