Il processo all’ex premier islandese
Geir Haarde è il primo capo di governo al mondo a essere formalmente accusato di "negligenza" per la crisi economica: rischia due anni di carcere
Si è aperto oggi a Reykjavik, in Islanda, il processo contro l’ex premier Geir Hilmar Haarde, accusato di negligenza nella crisi finanziaria che ha colpito l’Islanda nel 2008 e nel 2009. Haarde è accusato da una commissione parlamentare islandese di non aver fatto tutto il possibile per contrastare alla fine del 2008 il crollo a catena di tre grandi banche islandesi, la Kaupthing, la Glitnir e la Landsbanki, che ha provocato un’implosione finanziaria e dunque la conseguente crisi economica nel paese, caratterizzata da forte inflazione e perdita di posti di lavoro. Haarde rischia fino a due anni di carcere: si è detto “vittima di una persecuzione politica” e finora ha respinto tutte le accuse.
Haarde ha sessant’anni, è l’ex leader del partito dell’Indipendenza islandese ed è il primo uomo politico al mondo a finire sotto processo per presunti errori commessi durante questa crisi economica. Il processo si è aperto dopo una lunga battaglia legale tra i suoi avvocati e i politici. Il via libera definitivo al processo è arrivato la settimana scorsa dal Parlamento islandese, che lo ha approvato con 33 voti favorevoli e ben 30 contrari. Il Parlamento ha deciso invece di non processare, con le stesse accuse, tre ministri del governo Haarde. A giudicare Haarde sarà una corte speciale di nome Landsdómur, creata addirittura nel 1905, che si occupa di giudicare i membri del governo islandese qualora questi siano accusati di reati. Finora, in 106 anni di storia, la corte non si era mai dovuta riunire per un processo di questo genere. Il Landsdómur è composto da 15 membri: cinque giudici della Corte Suprema, un presidente di corte distrettuale, un professore di diritto costituzionale e otto giurati eletti dal Parlamento islandese ogni 6 anni.
Haarde si era dimesso nel 2009 proprio a causa delle proteste popolari seguite alla crisi. È stato sostituito da Jóhanna Sigurðardóttir. Dopo il prestito del Fondo Monetario Internazionale da 2,1 miliardi di dollari, oggi l’Islanda sembra essere sulla strada del risanamento: secondo le ultime stime dell’OCSE il PIL islandese crescerà del 2,4 per cento nel 2012, dopo il 2,9 per cento dell’anno scorso che ha interrotto la recessione. La disoccupazione dovrebbe scendere al 6,1 per cento nel 2012 – l’anno scorso era al 7 – e al 5,3 nel 2013.
Sempre riguardo alla crisi, inoltre, l’Islanda ha ancora aperto un contenzioso con Regno Unito e Olanda, perché migliaia di risparmiatori britannici e olandesi hanno perso tutti i loro risparmi con il crollo delle tre banche islandesi. Il Parlamento islandese aveva proposto nel 2009 un risarcimento di circa 3,9 miliardi di euro per i due paesi ma il risarcimento è stato bloccato dal veto del presidente islandese Olafur Grimsson e poi da due referendum popolari nel gennaio del 2010 e nell’aprile del 2011.
foto: AP/Arni Torfason