Le favelas brasiliane contro i cantieri delle Olimpiadi
Gli abitanti contestano le demolizioni e cercano di dimostrare che i posti in cui vivono sono migliori di quanto si possa immaginare
In Brasile ci sono grandi progetti in vista dei mondiali di calcio del 2014 e delle Olimpiadi del 2016. Negli ultimi mesi sono stati approvati e avviati piani per la costruzione di nuove grandi opere e per la riqualificazione di intere aree urbane, ma in certi casi le ambizioni dei progettisti e del governo si stanno scontrando con gli abitanti delle zone interessate dai lavori. In particolare, circa quattromila persone che vivono nella favela di Vila Autódromo protestano contro la decisione di demolire la zona per fare spazio alla costruzione dell’Olympic Park, il nuovo parco che tra le altre cose ospiterà i villaggi per gli atleti e altre strutture legate ai Giochi olimpici. Molti cittadini si sono opposti alla demolizione, hanno portato la questione in tribunale e hanno organizzato diverse manifestazioni.
(L’avveniristico Parco Olimpico di Rio)
«Le autorità pensano che per il progresso si debba demolire la nostra comunità, così che si possano ospitare le Olimpiadi per qualche settimana. Li abbiamo sorpresi avviando una resistenza», ha spiegato al New York Times Cenira dos Santos, abitante di Vila Autódromo. Per dare visibilità alle loro proteste gli abitanti della favela girano video e scattano fotografie con i cellulari, condividendoli poi attraverso i social network. Le principali televisioni locali si sono occupate in più occasioni della vicenda, dando ulteriormente visibilità a chi protesta contro la demolizione delle aree in cui vive, spesso in condizioni di grande povertà e precarietà.
Secondo diverse associazioni non governative che si stanno occupando del problema, gli sfratti e le demolizioni potrebbero interessare complessivamente 170mila persone in tutto il paese. In diverse zone di Rio gli sgomberi sono già stati avviati: la Favela do Metrô vicino allo stadio Maracanã è stata in parte abbattuta, ma molti suoi abitanti si sono rifiutati di lasciare le loro case e vivono circondati dalle macerie delle baracche già abbattute.
Non tutti i progetti sono comunque osteggiati dalla popolazione, spiegano sul New York Times. La proposta di costruire una serie di sistemi di risalita per una favela a Ipanema, che si trova su una collina, è bene accetta dagli abitanti, così come il piano per la costruzione di alcune nuove teleferiche per collegare le aree del Complexo do Alemão, che si trova nella zona nord di Rio de Janeiro. In questi casi gli abitanti concordano che le nuove strutture miglioreranno le condizioni di vita nelle favelas e non oppongono particolare opposizione.
(Pistole in cambio di biglietti per i Mondiali)
Le operazioni di sgombero prevedono sistemi di compensazione per le famiglie che perdono la casa. Nei casi in cui sarà possibile, agli abitanti sarà data la possibilità di avere una nuova abitazione a spese del governo. Il problema è che in molte favelas mancano informazioni chiare sui piani di abbattimento: in diversi casi gli abitanti hanno scoperto di essere oggetto di sgombero solo quando hanno visto arrivare i mezzi per la demolizione delle case o quando hanno trovato sulle loro abitazioni degli strani segni fatti con la vernice.
A Rio De Janeiro la maggior parte delle persone che subiranno gli sgomberi abita nei quartieri occidentali della città, dove saranno costruiti i principali siti olimpici. La battaglia più grande tra abitanti e autorità si sta tenendo da settimane nella zona di Vila Autódromo per la costruzione del nuovo Olympic Park. Secondo il governo la favela non ha alcuna infrastruttura, le strade sono fatte di fango, non c’è un sistema fognario che funzioni decentemente e le condizioni di vita sono proibitive per buona parte degli abitanti. Chi ci vive, a Vila Autódromo, la pensa diversamente: i più abbienti sono riusciti a costruirsi case spaziose, con giardini e vialetti per parcheggiare le loro automobili.
Gli abitanti protestano contro le demolizioni mostrando online le immagini e i video di queste case, per dimostrare che la zona di Vila Autódromo in realtà è molto meglio tenuta di quanto si voglia far credere. L’area in effetti ha subito una progressiva trasformazione negli ultimi anni, grazie al buon andamento dell’economia e alla presenza sempre più rilevante della classe media che riesce a ottenere stipendi dignitosi. Gli operai nei cantieri dove si costruiscono le infrastrutture per i Giochi e per i Mondiali hanno iniziato a chiedere stipendi più alti, commisurati all’espansione economica di questi anni.
Per ottenere paghe più alte, i sindacati hanno organizzato scioperi in otto città dove si sta lavorando alla costruzione, o alla ristrutturazione, degli stadi per i Mondiali di calcio. Le autorità temono che queste iniziative possano ritardare i lavori, una preoccupazione condivisa anche dalla FIFA, che sta vigilando sull’andamento dei cantieri in Brasile per l’evento sportivo. Jerome Valcke, il segretario generale della FIFA, è stato molto chiaro in merito: «Datevi da fare, muovete il culo».