Il nuovo simbolo della lira turca
Sembra un'ancora, ha spiegato Erdoğan, perché spera che la valuta diventi "un porto sicuro": l'opposizione lo accusa di averci messo le sue iniziali
In una cerimonia tenuta ieri ad Ankara, il primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan ha presentato un nuovo simbolo per la lira turca, la moneta del paese. Il nuovo simbolo è parte di una strategia per rafforzare il ruolo della valuta sui mercati internazionali.
Il simbolo è costituito da una L con due barre trasversali e ricorda un’ancora: Erdoğan ha spiegato che l’analogia è voluta, dato che spera che la forma del simbolo trasmetta il messaggio che la lira turca diventi un “porto sicuro”. Prima di ieri la valuta non aveva un simbolo ufficiale. L’opposizione del Partito Popolare Repubblicano ha detto che il nuovo simbolo sarebbe stato fatto “con le iniziali del primo ministro” – effettivamente può ricordare sia una E che una T – ma Erdoğan ha spiegato che è stato scelto con un concorso pubblico a cui avrebbero preso parte 8.000 persone. Negli ultimi mesi ci sono state polemiche sull’autonomia della Banca centrale, il cui governatore Erdem Basci è un amico di infanzia del vice primo ministro Ali Babacan.
La lira turca ha un passato recente di grandissima instabilità e di scarso valore: come riporta il quotidiano turco in lingua inglese Today’s Zaman, il Guinness dei Primati l’aveva classificata come “la moneta con il minor valore nel mondo” nel 1995, nel 1996 e tra il 1999 e il 2004.
Nel 2005 il paese creò una nuova moneta, la nuova lira turca, togliendo sei zeri al valore della vecchia valuta, la cui banconota dal valore più basso in circolazione era arrivata ad essere quella da 100.000 lire. L’aggettivo “nuova” è stato rimosso dal nome ufficiale dal primo gennaio del 2009, e negli ultimi anni la lira turca è stata molto più stabile rispetto al passato nei confronti delle principali valute internazionali, come il dollaro, lo yen e l’euro.
L’inflazione continua a essere un problema per l’economia turca e anche lo scorso anno è stata intorno al 10 per cento, ma è l’ambito su cui si stanno concentrando gli sforzi delle istituzioni finanziarie del paese. La fortissima crescita economica rende ottimisti: nei primi nove mesi del 2011, il prodotto interno lordo della Turchia è cresciuto del 9,6 per cento, superando le previsioni del governo, nonostante la crisi economica nelle maggiori economie mondiali e con alcune preoccupazioni che vengono dalla crescita costante del prezzo delle materie prime energetiche, di cui la Turchia è un forte importatore. Attualmente, la Turchia è la sedicesima economia del mondo, ma il governo intende entrare tra le prime dieci entro il 2023.
Da sinistra: il vice primo ministro Ali Babacan, Recep Tayyip Erdogan e il governatore della banca centrale Erdem Basci durante la presentazione del simbolo ad Ankara
(ADEM ALTAN/AFP/Getty Images)