Le banche protestano contro Monti
ll comitato di presidenza dell’Associazione bancaria italiana ha deciso di dimettersi a causa di una norma che cancella le commissioni: «Non è possibile indurre le banche a fare servizi gratuiti»
Oggi pomeriggio, Giuseppe Mussari e gli altri sei componenti del comitato di presidenza dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, hanno deciso di dimettersi a causa della «norma sulle commissioni bancarie non modificata dal maxiemendamento» e contenuta nell’articolo 27 bis del decreto sulle liberalizzazioni che ha ottenuto il via libera al Senato. L’Abi contesta soprattutto che attraverso l’abolizione delle commissioni sui fidi bancari vengano imposti «prezzi amministrati o un divieto di avere dei ricavi».
Via libera al Senato al decreto liberalizzazioni. I sì alla fiducia sono stati 237 e 33 i voti contrari (2 astenuti). Il decreto passerà ora all’esame di Montecitorio e dovrà essere convertito in legge entro il 24 marzo. Il decreto è stato duramente contestato dall’Abi, l’ Associazione bancaria italiana, il cui comitato di presidenza si è dimesso oggi per protesta. Confindustria si è schierata con i banchieri chiedendo che venga modificata la norma sull’azzeramento delle commissioni.
LE CAUSE – L’avvertimento era arrivato due giorni fa: «Non è possibile indurre le banche a fare servizi gratuiti» aveva detto il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari. Oggi le preoccupazioni dell’associazione bancaria italiana si sono tradotte in un’azione collettiva di protesta: il comitato di presidenza dell’associazione ha rassegnato le dimissioni contro la norma contenuta nel decreto legge sulle liberalizzazioni e mantenuta nel maxiemendamento presentato dal governo. Una misura che azzera le commissioni sugli affidamenti bancari e che metterebbe a rischio, secondo Mussari, non solo tutta la linea di credito ma anche la salvaguardia degli oltre 300 mila bancari. «Se si continuasse a incidere sui ricavi bancari, anzichè sulla trasparenza – ha detto Mussari – anche questa salvaguardia dell’occupazione verrebbe messa in discussione».
DIMISSIONI – Da qui le dimissioni del comitato di presidenza che ha rimesso il mandato al comitato esecutivo dell’associazione. «La norma contenuta nel testo – ha puntualizzato il presidente dell’Abi riferendosi all’articolo 27 bis del decreto – è la goccia che fa traboccare il vaso: è come una sanzione senza il comportamento da sanzionare». E ha poi ribadito: «Tutti gli investimenti di tutte le imprese bancarie e di tutte le imprese sono a rischio a causa della stretta sulle commissioni bancarie».
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