Come fare a meno di Google
Guida per chi non si fida delle nuove impostazioni sulla privacy e vuole approfittarne per una svolta radicale, diciamo
Oggi, giovedì 1 marzo, sono entrate in vigore le nuove regole sulla privacy di Google, una novità importante che riguarda centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. La società aveva annunciato la novità a fine gennaio, invitando tutti i possessori di account Google a leggere le nuove regole e ad accettarle per poter continuare a usare i suoi servizi. Ufficialmente le impostazioni sono state aggiornate per semplificare le politiche sulla privacy di Google, che fino a ora erano disseminate in 70 diversi documenti.
La realizzazione di un unico sistema per la gestione dei propri dati personali comporta che alcune informazioni fornite per usare servizi diversi confluiscano in uno stesso “contenitore”: una ricerca su Google Maps ora viene registrata nella cronologia del motore di ricerca, così come vengono conservate insieme le ricerche effettuate sul social network Google+, sul servizio di posta di Gmail e così via. Nulla di così grave dal punto di vista della riservatezza dei dati, che non diventeranno certo pubblici, ma secondo diverse associazioni e istituzioni a difesa della privacy, il nuovo sistema potrebbe consentire a Google di sapere molte più cose (in forma aggregata) sui propri utenti. Informazioni preziose, per esempio, per calibrare meglio gli annunci pubblicitari personalizzati e altri servizi forniti agli utenti. L’Unione Europea sta analizzando le nuove regole e così i regolatori di molti altri paesi, che potrebbero avviare lunghe controversie legali con Google.
Naturalmente chi non vuole saperne di affidare la gestione di troppe informazioni a Google può decidere di chiudere il proprio account sul motore di ricerca, e magari di usare altri sistemi per trovare le cose online. Non è semplice e forse non ne vale seriamente la pena, ma si può fare, come spiega Adam Clark Estes sull’Atlantic Wire.
Uscire da Google
Google conserva e gestisce le informazioni di ogni singolo utente attraverso il sistema degli account, dunque la prima cosa da fare consiste nel fare a meno della propria iscrizione. Ci sono due possibili vie per farlo una reversibile e una no:
Temporaneo – Esci dall’account e non fare mai più un log-in. Per ulteriore precauzione, usa il tuo browser con l’opzione “Navigazione privata / in incognito” attivata, evitando così che vengano caricati sul computer cookie o altri file per tracciare la navigazione online.
Definitivo – Cancella il tuo account e di conseguenza rinuncia a tutte le informazioni e i contenuti messi insieme in anni di navigazione.
La prima opzione è la più semplice e consente di tornare indietro se si cambia idea: basterà rifare il log-in per rientrare in possesso del proprio account. Per chi ha davvero il dente avvelenato con Google e non ne vuole più sapere, c’è la seconda opzione. Basta andare nella pagina di gestione del proprio account e scegliere l’opzione: “Elimina intero account Google – Chiudi l’intero account ed elimina tutti i servizi e le informazioni associati”. Prima di farlo è possibile scaricare i propri dati con l’opzione “Liberazione dati”.
Gmail
Il servizio di posta elettronica di Google è uno dei più usati al mondo, ma in passato diverse associazioni per la tutela dei dati personali ne hanno contestato il funzionamento, concentrandosi in particolare sul sistema che legge automaticamente il contenuto delle email per fornire annunci pubblicitari contestuali. Chi non volesse chiudere completamente l’account Google potrebbe però decidere di fare a meno di Gmail.
Online ci sono diversi servizi alternativi gratuiti che forniscono un buon servizio paragonabile a quello di Google, come la posta di Microsoft o la mail di Yahoo. Di recente Apple ha deciso di offrire gratuitamente un proprio servizio di posta all’interno del sistema iCloud e, secondo l’Atlantic Wire potrebbe rivelarsi la migliore alternativa a Gmail. La posta di iCloud non ha pubblicità (Steve Jobs presentandola promise che sarà sempre senza) e può essere sincronizzata tra diversi dispositivi, oltre che essere letta direttamente dal Web con un browser. Il sistema sincronizza anche i contatti in rubrica e i calendari. Non è ancora paragonabile ai servizi e alla stabilità di Gmail, ma il servizio è molto promettente e Apple sta investendo molto per migliorarlo e aggiungere funzionalità.
Non usare Google per le ricerche
Il motore di ricerca di Google non è solo il più usato al mondo, ma è anche probabilmente il migliore che esista. Offre molte opzioni per filtrare le ricerche, per privilegiare le immagini, i video o altri contenuti, ma potrebbe non piacere ai puristi della privacy: quando fai una ricerca su Google quella ricerca viene conservata e usata a fini statistici e di miglioramento del sistema, anche se non sei collegato con un account. Una buona alternativa può essere Wolfram Alpha, un servizio che è qualcosa di più di un semplice motore di ricerca. Viene definito come un “motore computazionale di conoscenza”, cioè un sistema automatico che interpreta le parole inserite nelle ricerche proponendo direttamente una risposta e non una serie di link.
Il sistema funziona molto bene per quanto riguarda la ricerca e il calcolo di dati, mentre invece è meno immediato se si sta cercando un’immagine, un video o un’informazione su un sito web. Per cose del genere volendo si può usare Bing, il motore di ricerca di Microsoft, che ha comunque particolari politiche sulla privacy che potrebbero non piacere a chi ha deciso di lasciar perdere Google.
Niente YouTube
Nell’ottobre del 2006 YouTube fu acquisito da Google per 1,65 miliardi di dollari. Da allora le cose sono cambiate molto e la società ha apportato diverse modifiche al sito, anche per quanto riguarda la gestione della privacy. Ci sono diversi altri siti per la condivisione dei video, a partire da Vimeo, ma è bene ricordare che nessuno può comunque offrire la quantità di ore registrate che ogni giorno vengono caricate su YouTube.
Mappe
Anche nel caso dei servizi con informazioni geografiche ci sono diversi sistemi alternativi a Google Maps, ma è difficile trovarne di precisi e dettagliati come quello di Google. Ci sono le mappe aperte e condivise di OpenStreetMap, una sorta di Wikipedia geografica, oppure quelle del motore di ricerca Bing di Microsoft (con altre regole sulla privacy).