Una settimana alle primarie di Palermo
Arrivano i leader nazionali a sostenere Rita Borsellino, Davide Faraone protesta per le regole sugli immigrati, e intanto c'è agitazione anche nel centrodestra
Alle primarie del centro sinistra per scegliere il candidato sindaco di Palermo manca solo una settimana. A prescindere da quanti andranno effettivamente a votare – 20/25 mila persone, stimano i più ottimisti, anche se in altre città si è vista di recente una tendenza al ribasso – la competizione palermitana è ormai diventata una partita nazionale, e nazionali saranno le sue conseguenze. Chi ne ha totale consapevolezza è Pierluigi Bersani, che infatti domani arriverà a Palermo per sostenere Rita Borsellino: ufficialmente l’incontro convocato nel pomeriggio al Teatro Zappalà dovrebbe essere “super partes”, ad inaugurare il percorso di “Destinazione Italia”, tanto che in prima fila sono stati riservati posti per tutti e quattro i candidati, ma la preferenza dei vertici nazionali è nota. Bersani è annunciato anche in visita ai cantieri navali e al negozio dell’associazione Libera in piazza Castelnuovo, e bisogna vedere con chi ci andrà.
Il segretario democratico si gioca molto a Palermo, dove – nell’ordine – ha fortemente voluto la candidatura di Rita Borsellino, ha subito la convocazione delle primarie e ha infine però consolidato un’alleanza “vasta” (da SeL all’IdV, dai Verdi a Rifondazione) che per una volta gli consente di escludere sorprese “da sinistra”. Sulla carta dovrebbe bastare per portare a casa il risultato: fino a circa dieci giorni fa nei sondaggi più o meno ufficiali l’europarlamentare era data in vantaggio con un ampio margine. Sono stazionarie le quotazioni di Fabrizio Ferrandelli, ex IdV in rotta con Leoluca Orlando, fortemente appoggiato dall’ala del PD siciliano alleata del governatore Raffaele Lombardo facente capo al capogruppo regionale Antonello Cracolici e al senatore Giuseppe Lumia, e quelle della ginecologa Antonella Monastra. Oltre a Bersani per la Borsellino si sono dati da fare Leoluca Orlando, Paolo Ferrero e Luigi De Magistris, e per la chiusura della campagna, venerdì, arriverà Nichi Vendola.
Proprio l’ostentato appoggio da parte di tutti i partiti della sinistra ha però paradossalmente dato fiato alla campagna elettorale di Davide Faraone, il renziano giovane deputato in regione, per dieci anni capogruppo del PD all’opposizione della giunta Cammarata, che ha via via accentuato il suo profilo di “rottamatore” e puntato con forza sulla sua autonomia dalle dirigenze dei partiti. Dopo le aspre polemiche della scorsa settimana, seguite alla conferenza stampa in cui Faraone aveva esibito le “prove” del sostegno economico del PD nazionale alla campagna di Rita Borsellino, sostegno smentito da Roma, gli ultimi giorni sono stati agitati dal “caso immigrati”.
Il cosiddetto “Tavolo politico delle primarie”, al quale siedono tutti i partiti della sinistra, ha infatti deciso di imporre una pre-registrazione ai cittadini extracomunitari intenzionati a votare il 4 marzo, ufficialmente per evitare il ripetersi di un altro “caso Napoli” e il rischio di voti multipli. Faraone ha protestato, definendo il provvedimento “discriminatorio e leghista”, e accusando i partiti di ostacolarlo dopo il sostegno che aveva ricevuto in un incontro al cinema Golden dai rappresentanti delle cospicue comunità ghanese e tamil. Gli si sono uniti gli immigrati della Cgil, contestando tanto la “schedatura” in sè quanto le sue modalità (nessun preavviso, pochi giorni e orari limitati per la registrazione presso la sede del Pd) anche perché – proprio ad evitare il rischio di voti ripetuti in seggi diversi – era già stato deciso che gli immigrati, dotati di permesso di soggiorno e di carta d’identità, potessero votare soltanto al gazebo di piazza Bellini. Ne è seguita una dura polemica solo parzialmente placata dall’allargamento dei tempi di registrazione alla giornata di domenica.
Stamattina la campagna dei quattro candidati si è intensificata in pochi metri quadrati: Rita Borsellino al Teatro al Massimo con Orlando e De Magistris, mentre nel vicino teatro Politeama Fabrizio Ferrandelli riceveva il sostegno di Sonia Alfano e di Cracolici e Lumia. Lì di fronte, sempre in piazza Politeama, Faraone ha radunato una folla di volontari e famiglie per una biciclettata lungo le vie del centro, mentre Antonella Monastra volantinava in piazza Marina con i suoi collaboratori. Sarà interessante vedere chi di loro andrà domani ad ascoltare Bersani.
Infine, ci sono movimenti anche sull’altro fronte. Dopo l’ufficializzazione della candidatura di Massimo Costa da parte del Terzo Polo, incassato il sostegno da parte di Gianfranco Miccichè e di Grande Sud, la questione è momentaneamente in mano ad Angelino Alfano. Il segretario Pdl ha il problema di far dimenticare la disastrosa amministrazione di Diego Cammarata, e per questo vedrebbe bene un accordo con il Terzo Polo intorno alla candidatura del brillante ex presidente del Coni siciliano, prova generale per future ritrovate alleanze a livello nazionale. Un’ampia porzione del Terzo Polo sembra gradire la prospettiva, ma c’è chi resiste. In particolare i finiani Briguglio e Granata, oltre allo stesso Raffaele Lombardo che difficilmente potrebbe accettare un’alleanza per le comunali con chi sta all’opposizione del suo governo in Regione. Domani ci sarà un incontro importante. Se l’ipotesi non si realizza è già pronta la soluzione Francesco Cascio, attuale presidente dell’Assemblea regionale.
foto: Ap Photo/Alessandro Fucarini