Il quarto giorno di proteste in Afghanistan
Solo oggi sono morte almeno 8 persone: le manifestazioni contro il rogo di alcune copie del Corano continuano nonostante le scuse ufficiali degli Stati Uniti
Anche oggi ci sono state manifestazioni e proteste in molte città dell’Afghanistan, dopo che quattro giorni fa si è diffusa la notizia che in una base dell’aviazione statunitense nel paese erano state bruciate per errore alcune copie del Corano. Migliaia di persone si sono riunite fuori dalle strutture della NATO nel paese, vicino alle sedi diplomatiche occidentali e ai palazzi governativi afghani.
Funzionari del governo afghano hanno dichiarato che oggi almeno otto persone sono state uccise in tutto il paese e decine sono rimaste ferite. Nei quattro giorni delle proteste sono morte almeno 25 persone, tra cui due soldati americani uccisi a Kabul da un uomo con l’uniforme dell’esercito afghano. L’ufficio del governatore nella provincia occidentale di Herat ha detto che sei persone sono morte in tre diversi incidenti: tre persone a causa dell’esplosione di un camion di munizioni, dato alle fiamme dai manifestanti; altre tre persone sono morte in scontri tra persone armate tra i manifestanti e le forze di sicurezza. Un’altra persona è morta negli scontri intorno a una base dell’esercito ungherese nel nord del paese.
Il venerdì è l’inizio del fine settimana nei paesi musulmani ed è il giorno in cui si tengono solitamente le manifestazioni più partecipate, dato che le funzioni religiose nelle moschee riuniscono grandi folle. Secondo quanto riporta Al Jazeera, ci sono state manifestazioni, per la maggior parte pacifiche, in molte città di tutto il paese. Almeno cinque diverse proteste sono avvenute a Kabul, dove un corteo si è diretto verso il palazzo del presidente afghano Hamid Karzai cantando slogan contro gli Stati Uniti. Le forze di sicurezza hanno sparato in aria per disperdere la folla.
Associated Press ha pubblicato ieri un video che mostra decine di manifestanti che protestano e provano a entrare in una base militare statunitense vicino a Mehterlam, nell’Afghanistan centro-orientale, a poca distanza dal confine con il Pakistan.
Il comandante delle forze armate statunitensi in Afghanistan, il generale John Allen, si è scusato ufficialmente per il fatto che alcuni soldati americani avessero buttato alcune copie del Corano in un inceneritore presso la base aerea militare di Bagram, vicino a Kabul. Alcuni afghani del posto hanno trovato i resti fra i rifiuti. Secondo la versione ufficiale, le copie del Corano provenivano dalla biblioteca di una prigione vicino alla base, la Parwan Detention Facility, ma erano state ritirate perché venivano usate dai prigionieri talebani per scambiarsi messaggi e per scrivere frasi inneggianti all’estremismo islamico (nonostante scrivere sul Corano sia vietato dalla religione islamica). Le copie sarebbero state gettate tra i rifiuti destinati ad essere bruciati per errore. Alle scuse di Allen si sono aggiunte quelle del ministro della difesa Leon Panetta e quelle del presidente Obama, in un messaggio scritto inviato ieri. Il governo afghano ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sull’incidente.
foto: SHAH MARAI/AFP/Getty Images