Il Consiglio d’Europa contro la castrazione chirurgica in Germania
La più importante organizzazione europea per i diritti umani ha chiesto alla Germania di abolire questa tecnica "degradante"
Oggi il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha criticato duramente la Germania per il ricorso alla castrazione chirurgica, previsto dal suo ordinamento. Alla castrazione chirurgica possono essere sottoposte, su base volontaria, le persone condannate per gravi reati sessuali. Il CPT, che ha esortato la Germania a porre fine a questa tecnica “degradante”, è un organo del Consiglio d’Europa, la più importante organizzazione europea per i diritti umani.
Dopo un’indagine condotta in Germania tra il novembre e dicembre 2010, il CPT ha pubblicato oggi un rapporto in cui, riguardo al caso tedesco, si dice che “la castrazione chirurgica è una tecnica mutilante e irreversibile che non può essere considerata una cura medica per coloro che sono stati condannati per crimini sessuali”. Inoltre, secondo il rapporto, non è chiaro se in Germania i detenuti vengano informati chiaramente sulle gravi conseguenze fisiche e mentali di un simile intervento. Le conclusioni del CPT in casi del genere vengono sempre tenute in grande considerazione dai 47 stati appartenenti al Consiglio d’Europa, ma non sono vincolanti a livello legale.
Generalmente la castrazione chirurgica prevede la rimozione dei testicoli (negli uomini) o delle ovaie (nelle donne). Si differenzia da quella chimica, che invece si basa sull’assunzione di farmaci a base di ormoni per far calare nei soggetti, nella maggior parte dei casi in maniera reversibile, il testosterone e dunque il desiderio sessuale. La castrazione chimica è prevista, tra gli altri, dagli ordinamenti degli Stati Uniti, Polonia, Gran Bretagna, Danimarca e Svezia. Nei prossimi mesi dovrebbe essere approvata anche dalla Russia.
Il governo tedesco, in un comunicato, ha risposto che la pratica della castrazione chirurgica viene effettuata su “base volontaria” tra i condannati fino a 25 anni di carcere per reati sessuali gravi e che non si tratta di una punizione bensì di una cura che permette di “eliminare, o almeno alleviare, le sofferenze legate a impulsi sessuali anormali”. Il ricorso alla castrazione chirurgica permette di accedere a uno sconto di pena. La pratica della castrazione chirurgica è in vigore in Germania da parecchi anni. Attualmente non esistono dati ufficiali in materia, ma le autorità tedesche hanno citato uno studio del 1997 in cui si dice che dei 104 condannati per reati sessuali gravi tra gli anni Settanta e Ottanta in Germania e sottoposti a castrazione chirurgica, solo il 3 per cento è poi stato recidivo. Coloro che invece non sono stati operati hanno reiterato i reati sessuali nel 47 per cento dei casi. Attualmente, secondo il rapporto del CPT, in Germania verrebbero castrate chirurgicamente “meno di cinque persone” all’anno.
Il CPT aveva già esortato la Repubblica Ceca nel 2009 a interrompere la pratica della castrazione chirurgica. Nonostante questo, la Repubblica Ceca, che è l’unico paese europeo insieme alla Germania a prevederla, ha deciso di continuare a utilizzare questa pratica.
nella foto, il carcere di Bruchsal, in Germania (AP/Winfried Rothermel, File)