Christchurch un anno dopo
Le foto della ricostruzione della città neozelandese e della cerimonia per le 185 persone uccise dal terremoto
È passato un anno da quando, il 22 febbraio 2011, una violenta scossa di terremoto colpì la città di Christchurch e la regione di Canterbury, nell’Isola del sud della Nuova Zelanda. Il terremoto, di magnitudo 6.3, causò la morte di 185 persone provenienti da 14 diversi paesi, ne ferì molte altre, danneggiò 100 mila edifici della città, 10 mila dei quali in modo talmente grave da dover essere demoliti. Il Fondo Monetario Internazionale ha stimato che la demolizione e la ricostruzione costeranno almeno 12 miliardi di dollari.
Il centro della città è stato distrutto: il campanile della cattedrale di Christchurch è crollato; il palazzo a sei piani da cui trasmetteva il canale televisivo di Canterbury è collassato; il Grand Hotel Chancellor, di 26 piani, è stato demolito a causa dei gravissimi danni subiti. Nei mesi successivi al terremoto Christchurch è stata colpita da circa 8.000 scosse di assestamento: due di queste, il 13 giugno e il 28 settembre, sono state particolarmente forti e hanno causato altri danni.
Christchurch oggi è alle prese con la ricostruzione. Molti edifici devono ancora essere ristrutturati, 6.800 case nella Zona rossa devono ancora essere demolite. Il primo ministro neozelandese John Key ha detto che circa l’80 per cento dei 1.406 edifici troppo danneggiati per venire ricostruiti sono stati demoliti e sono in corso 200 progetti di ristrutturazione. Secondo dati di ottobre 2011 però, Christchurch si sta spopolando: da febbraio a giugno infatti più di 10 mila persone hanno preferito trasferirsi altrove.
Oggi si è svolta una cerimonia di commemorazione per le persone uccise dal terremoto. Hanno partecipato il primo ministro Key, il sindaco di Christchurch Bob Parker e circa 20 mila persone. Alle 12:51 – l’ora in cui avvenne il terremoto – sono stati osservati due minuti di silenzio.