I posti dove si vota
Le più belle foto recenti dei luoghi dove nasce la democrazia, prima di essere accusata e criticata e persino messa in discussione
Sono tempi in cui si discute molto di democrazia. Mentre popoli che l’hanno frequentata poco o niente si sono dati molto da fare nel 2011 per ottenerla, prendendo a modello le democrazie avanzate dell’Occidente, queste ultime invece si sono chieste più insistentemente che mai se i limiti di questo sistema di governo non stiano superando i suoi pregi, in qualche occasione. In Italia, persino, un governo sostenuto da una maggioranza posticcia e creato dal Presidente della Repubblica ha sostituito quello democraticamente votato, e con cospicue soddisfazioni generali. Ma in molti altri paesi nuovi movimenti hanno alimentato discussioni su nuove forme di democrazia, che ne rinnovino la radice popolare, oppure che la attenuino: e il dibattito ha invaso anche le pagine dei commenti sui giornali e i luoghi di internet.
E intanto che la democrazia viene spesso equivocata e confusa con temi diversi, usando la parola per una ampia gamma di valori e auspici differenti dal suo significato originale – quello di una forma di governo deliberata dal popolo – proprio questo trova ogni settimana attuazione concreta nel gesto di votare, nei turni elettorali, nella scelta di milioni e milioni di persone, negli apparati messi in piedi per far funzionare questa scelta. A cominciare da quei pochi momenti in cui si va in un posto definito, si fa una croce su un pezzo di carta senza farsi vedere, e lo si mette in una scatola. Seggi, urne, schede, voti, tutte quelle cose lì, fotogeniche a loro modo.