Il nuovo presidente tedesco
Guida rapida su modi, tempi e i nomi dei politici che sono in lizza per sostituire il dimissionario Christian Wulff
Dopo le dimissioni di Christian Wulff, che probabilmente ora riceverà una pensione di quasi 200mila euro all’anno, la Germania deve scegliere il nuovo presidente della Repubblica Federale. Il presidente del Bundestag (il parlamento tedesco) Norbert Lammert ha 30 giorni di tempo per convocare l’assemblea plenaria che dovrà scegliere il successore di Wulff. Nell’attesa le funzioni di Presidente della Repubblica sono svolte ad interim dal presidente del Bundesrat, il democristiano Horst Seehofer. Il Bundesrat è la Camera Federale del Parlamento ed è occupato dai rappresentanti dei governi dei singoli stati tedeschi, i Länder.
I politici tedeschi, e soprattutto il cancelliere Angela Merkel, si giocano molto con questa elezione. Il presidente dimissionario Wulff è un esponente del partito cristianodemocratico (CDU) al governo, e Angela Merkel aveva scelto personalmente sia lui che Horst Köhler, il predecessore di Wulff, anche lui dimissionario nel 2010 (ma al suo secondo mandato) per un’infelice frase sui soldati tedeschi in Afghanistan. Visti i precedenti, dunque, osservatori e analisti danno per scontato che stavolta l’elezione del nuovo presidente sarà frutto di una scelta condivisa dalla maggioranza dei partiti. Si parte da una condizione ben definita dai partiti attualmente all’opposizione, il partito socialdemocratico (SPD) e i Verdi: il nuovo presidente deve essere una persona sopra le parti e non deve essere espressione dell’attuale governo.
Joachim Gauck
Il presidente della Corte costituzionale tedesca, Andreas Voßkuhle, e lo stesso Lammert, l’attuale presidente ad interim, hanno già detto di non essere disponibili. Esclusi gli attuali membri del governo, uno dei favoriti torna a essere lo sconfitto delle elezioni presidenziali del 2010, il 72enne pastore protestante Joachim Gauck. Teoricamente indipendente ma sempre vicino a verdi e SPD, Gauck ha una storia molto particolare: suo padre è sopravvissuto ai gulag sovietici, mentre lui è stato per anni oppositore e dissidente in Germania Est e poi per dieci anni, dal 1990 al 2000, presidente della Commissione federale che ha indagato negli archivi della STASI, la polizia segreta della Germania Est.
Secondo diversi sondaggi, Gauck sarebbe il presidente preferito anche dagli elettori tedeschi, ma finora non ha mai incontrato il favore degli esponenti politici che dovrebbero eleggerlo. La FDP, cioè il partito liberale attualmente nella coalizione di governo con la CDU, appoggerebbe una sua candidatura, mentre buona parte della CDU no e questo ha creato un altro problema nella coalizione di governo.
Wolfgang Huber
Gauck non è l’unico uomo di chiesa ad avere grandi possibilità di arrivare a Palazzo Bellevue, la residenza del presidente della Repubblica federale tedesca. In lizza c’è anche Wolfgang Huber, 69 anni, teologo, ex vescovo di Berlino e a capo della Chiesa evangelica tedesca dal 2003 al 2009. Considerato l’outsider, è molto apprezzato dalla SPD ma anche dall’attuale coalizione di governo, anche se ufficialmente non è legato a nessun partito politico dal 1993, quando ha lasciato la SPD e un seggio al Bundestag per dedicarsi alla vita religiosa.
Frank Walter Steinmeier
Un altro candidato è Frank Walter Steinmeier, ex vicecancelliere, candidato del centrosinistra (sconfitto) nel 2009 alle elezioni legislative e anche ex ministro degli Esteri tedesco durante il governo di coalizione CDU-SPD (la cosiddetta Große Koalition, 2005-2009). Steinmaier sembra essere gradito a Merkel, che potrebbe così sbarazzarsi di un altro potenziale avversario in vista delle prossime legislative, ma non a parte della CDU e nemmeno alla SPD, che in prospettiva la considera una mossa potenzialmente autolesionistica.
Gli altri
Poi c’è Klaus Töpfer, ex ministro dell’Ambiente dell’era Kohl, che ha 73 anni e ha alle spalle una lunga militanza nella CDU. È un grande ambientalista, la SPD e i Verdi lo sosterrebbero senza troppi problemi, non i liberali della FDP, che lo considerano un verde “estremista” e inoltre lo vedono come l’incarnazione di una possibile alleanza futura tra CDU e Verdi. Per lo stesso motivo i liberali si oppongono alla vicepresidente verde del Bundestag, Katrin Göring-Eckardt, e anche a Petra Roth. Attuale sindaco di Francoforte, 67 anni, Roth, insieme a Göring-Eckardt, potrebbe essere la prima donna a guidare la Repubblica Federale. Ma c’è un problema: a Francoforte Roth governa grazie a una coalizione tra CDU e Verdi e questo è uno scenario politico che la FDP non gradisce.
Chi elegge il presidente
L’elezione del presidente tedesco viene effettuata da una particolare assemblea plenaria che si chiama Bundesversammlung (Assemblea federale), composta da 1240 rappresentanti: 620 rappresentanti provengono dal Bundestag mentre altri 620 rappresentanti vengono eletti dai singoli parlamenti regionali dei 16 stati federali della Germania. Una volta riunita l’Assemblea federale, l’elezione del Presidente avviene a scrutinio segreto e sono previsti al massimo tre scrutini, da tenersi in un’unica giornata. Affinché un candidato possa essere eletto, nei primi due scrutini deve avere la maggioranza assoluta dell’Assemblea di 621 voti. Se nessuno riesce a raggiungere tale consenso, alla terza e ultima votazione, invece, basta una maggioranza relativa, come è accaduto a Wulff nel 2010. A differenza dell’ultima elezione però, la maggioranza di Angela Merkel ha perso diversi governi regionali alle ultime elezioni amministrative e dunque un’elezione forzata come quella di Wulff due anni fa sembra essere oggi uno scenario poco realistico.
foto: Clemens Bilan/dapd