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  • Sabato 18 febbraio 2012

Le difficili trattative tra Sud Sudan e Sudan

Le delegazioni dei due paesi continuano a incontrarsi, ma sulla gestione del petrolio nessuna delle due parti vuole cedere

Young children walk across the vast and arid plains near Walgak, South Sudan on Thursday, Feb. 2, 2012. Walkgak and other areas of South Sudan's Jonglei State have been rocked by fierce intertribal fighting in December and January that impacted approximately 120,000 people in the state. Reprisal attacks continue between the Lou Nuer and Murle tribes, a dynamic that poses serious challenges for South Sudan, a country that only became independent in July 2011 and faces considerable development obstacles. (AP Photo/Pete Muller)
Young children walk across the vast and arid plains near Walgak, South Sudan on Thursday, Feb. 2, 2012. Walkgak and other areas of South Sudan's Jonglei State have been rocked by fierce intertribal fighting in December and January that impacted approximately 120,000 people in the state. Reprisal attacks continue between the Lou Nuer and Murle tribes, a dynamic that poses serious challenges for South Sudan, a country that only became independent in July 2011 and faces considerable development obstacles. (AP Photo/Pete Muller)

Dopo più di sei mesi dal referendum che ha portato all’indipendenza del Sud Sudan dal Sudan, continuano a esserci forti tensioni tra i due paesi. Giovedì le delegazioni dei due stati si sono incontrate ad Addis Abeba, in Etiopia, per discutere alcuni termini pratici della separazione, ma non sono riuscite a trovare un accordo. I problemi ancora da risolvere sono tre: la demarcazione ufficiale dei confini territoriali, lo status dei cittadini nei due paesi, e la gestione delle risorse petrolifere, l’unica grande fonte di sostentamento dell’economia dei due paesi.

La maggior parte dei pozzi di estrazione si trovano nel Sud Sudan mentre le infrastrutture di raffinamento necessarie per l’esportazione si trovano nel nord. L’unica soluzione per i due paesi sembrerebbe essere quindi la cooperazione, ma nella realtà dei fatti le posizioni sono ancora molto distanti. Il Sud Sudan vuole pagare a Khartoum semplicemente una commissione di transito pari a 3 dollari al barile, mentre per le autorità del Sudan la commissione dovrebbe includere tutte le spese di trattamento della materia prima nelle sue raffinerie e per questo dovrebbe essere pari ad almeno 36 dollari.

Mentre sul petrolio le trattative vanno avanti a fatica e con pochi progressi, qualcosa inizia a muoversi per quanto riguarda la definizione dei confini nazionali. Un primo accordo potrebbe essere raggiunto entro i prossimi tre mesi, allentando le tensioni nate dopo la separazione. L’equilibrio nella regione, da trent’anni scenario di una guerra sanguinosa, resta in ogni caso molto instabile, tra scontri ancora in atto e tentativi politici di pacificazione, come il patto di non aggressione firmato una settimana fa.

foto: AP Photo/Pete Muller