Come sarà il decreto di semplificazione fiscale
Mario Sensini fa il punto sul Corriere della Sera delle cose che si sanno sulle attese riforme del governo che riguardano il fisco
Venerdì prossimo il decreto di semplificazione fiscale sarà valutato dal Consiglio dei Ministri. Sarà il primo passaggio di quella che si annuncia come un’ampia riforma fiscale che il governo Monti conta di approvare entro la prossima primavera. Tra le misure che verranno molto probabilmente approvate, scrive Mario Sensini sul Corriere della Sera, ci saranno alcune novità (per ora da prendere con le molle) come l’inserimento dei commercianti che non fanno lo scontrino in alcune liste speciali di sospetti evasori sotto osservazione, multe sei volte più pesanti delle attuali per chi porta illecitamente denaro all’estero, meno sgravi per la nuova tassa sugli immobili IMU (lo sconto forfettario di 200 euro varrà solo per un immobile a famiglia), innalzamento da 16 a 30 euro del tetto delle “microliti” (ossia il raddoppio della «franchigia» sugli accertamenti fiscali) e compensazioni IVA più difficili.
Il momento del varo si avvicina e il decreto di semplificazione fiscale si arricchisce di nuovi contenuti: nel testo dovrebbero entrare un nuovo pacchetto di norme contro l’evasione, alcune modifiche al regime dell’Imu, l’imposta comunale sugli immobili che da quest’anno sostituirà l’Ici, alla tassa di soggiorno, che diverrebbe opzionale per tutti i comuni e non solo per quelli turistici, e alla Res, la nuova imposta sulla raccolta dei rifiuti.
Il decreto sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri venerdì prossimo, ma sarà solo l’antipasto della vera e propria riforma fiscale che il governo Monti varerà entro la primavera, sfruttando la delega presentata in Parlamento dal precedente esecutivo, con la quale arriveranno gli interventi di riordino più importanti. Sarà quella la sede per il riordino complessivo delle norme fiscali, anche per quanto riguarda le sanzioni, con la definizione di un nuovo testo unico, per l’eventuale ridefinizione delle aliquote, la revisione delle detrazioni e delle deduzioni fiscali, e soprattutto l’inquadramento della lotta all’evasione, i cui frutti dovrebbero essere in qualche modo vincolati alla riduzione della pressione fiscale.
Nuove liste di evasori
Rispetto alle anticipazioni della vigilia le principali novità riguardano la nuova stretta contro l’evasione fiscale. Nel decreto semplificazioni, ad esempio, dovrebbero esserci le linee guida per costruire le «liste» dei sospetti evasori da sottoporre agli accertamenti. È probabile che nell’elenco dei soggetti da controllare con più attenzione finiscano tutti i contribuenti «pizzicati» in infrazione dall’amministrazione tributaria. Come i commercianti che, nel corso dei controlli notevolmente intensificati in questo primo scorcio dell’anno, sono stati multati per la mancata emissione degli scontrini fiscali. Oltre alla sanzione specifica, andranno incontro quasi certamente a un supplemento di controlli sull’intero spettro delle loro attività, finendo automaticamente nelle liste dei contribuenti sui quali l’amministrazione farà gli accertamenti approfonditi, anche con l’accesso ai conti correnti bancari.
Nel decreto, secondo le anticipazioni del Sole 24 Ore , dovrebbe esserci anche l’inasprimento delle sanzioni per l’esportazione di capitali all’estero oltre i limiti consentiti dalla legge (10 mila euro, a meno che non si comunichi al Fisco la necessità di portare oltre confine una somma superiore). In questi ultimi mesi le dogane registrano un aumento dei sequestri di valuta alle frontiere, e secondo molti sarebbe il segnale di una ripresa dell’esportazione illegale di capitali all’estero. Così il governo sarebbe pronto a intervenire aumentando, e di parecchio (fino a sei volte) le sanzioni a carico dei responsabili. E cadrebbero tutte le attenuanti previste oggi per le infrazioni inferiori ai 250 mila euro e in caso di mancata reiterazione del reato.
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