Rapiti per Cristo
Un documentario indipendente racconta cosa succede nei campi religiosi di rieducazione per "adolescenti problematici" americani
di Chiara Lino
Kidnapped for Christ (Rapiti per Cristo) è un documentario indipendente, attualmente in produzione, che racconta ciò che succede in un campo religioso di rieducazione per “adolescenti problematici”. Escuela Caribe è un collegio evangelico, gestito da statunitensi in Repubblica Dominicana. È una delle tante scuole correttive di stampo cristiano presenti sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo: ci vengono mandati bambini e ragazzi di tutte le età, soprattutto adolescenti, per le ragioni più varie. Può essere a causa della dichiarata (o presunta) omosessualità, per problemi con la legge, per il sospetto di divergenze o dubbi rispetto alla propria fede, per comportamenti considerati “ribelli” o atteggiamenti non in linea con i valori dei propri genitori, come la tendenza all’isolamento o, nei casi più estremi, una propensione ritenuta eccessiva al dialogo col sesso opposto.
L’obiettivo dichiarato sul sito di Escuela Caribe è questo:
Escuela Caribe è un collegio terapeutico cristiano riconosciuto: i corsi durano un anno e sono rivolti ai ragazzi delle scuole superiori. Il suo obiettivo è dare sostegno a quei genitori che non sono in grado di gestire il grande potenziale dei propri figli, e non riescono a guidarli sulla giusta strada. Escuela Caribe fornisce un ambiente di crescita per educare adolescenti problematici attraverso un’esperienza educativa di qualità, stimolante e incoraggiante verso l’applicazione di quei principi biblici che hanno un impatto sugli aspetti spirituali, psicologici ed emotivi del loro carattere. Puntiamo a coltivare un desiderio costante e duraturo per il servizio e l’eccellenza attraverso una formazione cristiana del carattere. Vogliamo avere un impatto sulla vita dei giovani attraverso il lavoro fisico intenso e intense esperienze umane.
Escuela Caribe è uno dei collegi del New Horizons Youth Ministries, un’associazione evangelica che ora fa parte di Lifeline Youth & Family Services. Non è l’unica associazione che ha collegi simili sul territorio statunitense, ma nell’ultimo periodo sta emergendo un dettaglio piuttosto inquietante sulle modalità di “arruolamento” di alcuni degli studenti: vengono prelevati dalle loro case a sorpresa, durante la notte, e costretti a seguire gli educatori della scuola che li caricano in macchina e li trasportano, incuranti della loro volontà, al collegio.
Il documentario Kidnapped for Christ, alla cui produzione è possibile contribuire con una donazione, parte dalle vicende di un ragazzo, David, costretto a passare un anno alla Escuela Caribe – senza poter comunicare con famiglia o amici – dopo aver rivelato ai genitori di essere gay.
Non è la prima volta che si cerca di far emergere ciò che succede in questi collegi. Il sito The Truth about New Horizons Youth Ministries raccoglie le testimonianze di ex studenti costretti a frequentare uno dei collegi dell’associazione e, in particolare, la brutale Escuela Caribe. Il gruppo comprende persone tra i 40 e i 20 anni, che hanno frequentato i collegi tra la metà degli anni Ottanta e il 2002.
La New Horizons Youth Ministries pretende di assistere gli adolescenti attraverso una “terapia in ambiente cristiano”, ma nella pratica fa più danni che altro. La maggior parte delle nostre denunce riguarda la Escuela Caribe, il centro correttivo in Repubblica Dominicana, dove abbiamo sperimentato sulla nostra pelle e assistito ad abusi fisici e psicologici, ci trovavamo sottomessi a educatori giovani e privi di esperienza e le comunicazioni con le nostre famiglie erano monitorate per impedirci di raccontare la verità.
Alcuni di loro raccontano di essere stati vittima di violenza fisica, talvolta sessuale, tutti sono stati soggetti a forme di pressione psicologica e testimoniano di aver ricevuto un’educazione scolastica di infimo livello. Le esperienze più traumatiche appartengono agli ex alunni della Escuela Caribe.
Lisa, ha frequentato la Escuela Caribe due volte quando aveva 16 e 18 anni. «Ero costretta a chiedere il permesso per passare dalle porte, sorvegliata quando andavo in bagno, forzata al lavoro manuale, come tutti gli altri studenti. […] Oltre a questo c’erano le piccole torture speciali, come essere “schiacciata” o picchiata con una striscia di pelle sul sedere mentre ero piegata su una sedia. Una volta sono stata colpita così forte che, invece di formare le solite vesciche, la mia pelle si è tagliata. Sono stata messa a dieta e potevo mangiare solo una porzione di cibo a pasto. Pesavo 54 kg per 167 centimetri di altezza, ho le ossa grosse e sporgevano da sotto la pelle. Dormivo su un materassino alto 2 centimetri e mezzo con solo tre doghe, perché ero quella col punteggio più basso del mio dormitorio. Le doghe mi lasciavano lividi sui fianchi. Mi forzavano a fare esercizio fisico finché non vomitavo e il mio corpo non rispondeva più, poi mi punivano perché non ero andata avanti. Sono stata isolata due volte nella “stanza della tranquillità”. È una cella di isolamento aperta verso l’esterno. Per tre mesi sono stata in “silenzio” e non mi era permesso di parlare se non per chiedere permessi o istruzioni agli educatori.»
Lorraine, ha frequentato la Missanabie Woods Academy (in Canada) quando aveva 13 anni: «Il programma mi ha convinta che ero una bambina cattiva. Mi è stato detto appena sono arrivata lì. Per tutto il tempo che ho trascorso al campo mi è stato detto che dovevo cambiare. Ho una pila di lettere che ho scritto ai miei genitori durante quel periodo, in ogni lettera ripetevo all’infinito quanto ero dispiaciuta per le cose cattive che avevo fatto, e imploravo il loro perdono».
Isaac, ha frequentato la scuola Marion (in Canada) quando aveva 12 anni e la Escuela Caribe quando ne aveva 15: «In Canada: ero un ragazzino di 12 anni e pesavo 35 chili, sono stato spinto violentemente contro le pareti del dormitorio o buttato a terra da un uomo adulto che mi urlava contro perché non avevo cantato abbastanza forte in chiesa. Alla Escuela Caribe sono stato tenuto contro un muro da un educatore che mi ha stretto le mani intorno al collo perché non avevo chiesto il permesso per entrare o uscire da una stanza. Sono stato costretto al silenzio assoluto per due settimane, mi è stato vietato di rivolgere la parola a chiunque: lo considero un abuso psicologico».
Non tutte le esperienze vengono descritte come così estreme, e variano molto a seconda del periodo in cui si è frequentato il corso. Le scuole dell’associazione sono organizzate per livelli: si parte dal livello zero e, a seconda del proprio comportamento, si può aumentare o diminuire di grado anche nell’arco di una stessa giornata. Gli studenti del grado più basso ricevono il trattamento e le punizioni peggiori e molto dipende, ovviamente, dagli educatori a cui si viene assegnati. Una memoria positiva comune a tutti è l’ottima qualità del cibo servito alla Escuela Caribe.
Kidnapped for Christ può ricordare un altro documentario, precedente: Jesus Camp, del 2006, che descriveva un campo estivo pentecostale per bambini. Più che sugli abusi fisici e psicologici il documentario si concentrava sul lavaggio del cervello subito da bambini di meno di 10 anni, che vengono spinti a predicare a completi sconosciuti, manifestare contro l’aborto, dedicare la propria vita alla fede e hanno addirittura convulsioni durante le quali “parlano la lingua dello Spirito Santo”.
È importante ricordare, nonostante si tratti di esperienze decisamente pesanti, che questi sono contesti in cui è stato ammesso l’ingresso di una troupe di estranei per le riprese di documentari. Esistono testimonianze di contesti cristiani molto più estremi, in cui bambini e ragazzini sono costretti a osservare codici rigidissimi dal comportamento all’abbigliamento, e la chiusura rispetto al mondo esterno è totale.