Il primo lancio di Vega
È avvenuto con successo ieri in Guyana Francese ed è frutto di un progetto sviluppato e finanziato per la maggior parte dall'Italia: foto e video
Alle 11 del mattino di ieri (ora italiana), il lanciatore Vega è partito dal Centro spaziale di Kourou (Guyana Francese) completando con successo il proprio volo inaugurale. Raggiunta l’orbita a 1450 chilometri dal suolo, il vettore ha rilasciato il proprio carico principale: il satellite LARES (Laser relativity satellite) progettato in Italia e che servirà per verificare alcune teorie elaborate da Einstein. Successivamente Vega ha raggiunto un punto più basso dell’orbita a 350 chilometri, dove ha rilasciato la parte restante del proprio carico: il satellite ALMASat_1, progettato dall’Università di Bologna, e sette pico satelliti (cubetti da 10 centimetri di lato) ideati da altrettanti atenei europei per altre ricerche scientifiche.
Il successo del lancio e delle operazioni è una buona notizia per l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che lavora da anni al progetto per la creazione di un nuovo lanciatore spaziale da affiancare ai già esistenti e ben rodati europei Ariane5, per i carichi pesanti, e Soyuz per i carichi medi. Il vettore è stato realizzato in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, che ne ha curato lo sviluppo tecnico insieme con l’azienda aerospaziale Avio di Rivalta di Torino. I lavori sono iniziati nel 1998 e hanno subito alcuni ritardi: inizialmente si pensava di realizzare il volo inaugurale a novembre del 2010, ma diversi contrattempi tecnici e di gestione hanno comportato un ritardo di oltre un anno prima di portare Vega sulla rampa di lancio di Kourou. Alla sua costruzione hanno collaborato oltre 40 società industriali: l’Italia è il maggior finanziatore del progetto (circa il 65 per cento), seguita da Francia, Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Svizzera e Svezia con quote di finanziamento che vanno dal 12 allo 0,8 per cento. Il programma è costato 710 milioni di euro.
Il lanciatore è formato da quattro stadi, tre alimentati da propellenti allo stato solido e uno da propellente allo stato liquido, che si separano man mano che il vettore procede verso l’orbita. Il sistema è stato studiato per portare in orbita carichi di piccole dimensioni con un peso tra i 300 e i 2000 chilogrammi. Come ha dimostrato il volo inaugurale, Vega può disporre con un unico lancio satelliti in diverse orbite, cosa che permette di risparmiare molto denaro e di ottimizzare l’uso delle risorse. E proprio su questo aspetto punta molto l’ESA per ottenere contratti e commissioni per la messa in orbita di nuovi satelliti nei prossimi anni. Si stima che ogni lancio costerà intorno ai 24,5 milioni di euro, una cifra molto competitiva rispetto ad altri concorrenti stranieri, che potrebbe determinare il successo di Vega.
Per assistere a una nuova partenza del lanciatore sarà necessario comunque un po’ di tempo. Il programma spaziale entra ora in una nuova fase di sviluppo e perfezionamento, che sarà il punto di partenza per l’avvio di una serie di nuove missioni scientifiche e tecnologiche. Vega tornerà a volare nei primi mesi del 2013 per portare in orbita Proba-V, un nuovo satellite dell’ESA per il rilevamento di dati sulla vegetazione terrestre.