Com’era Roma 1960
Le foto dei Giochi dell'esordio di Muhammad Ali, dei tre ori di Wilma Rudolph e del primo grave caso di doping: non ne vedremo altre per un po', da queste parti
Questo pomeriggio Mario Monti ha deciso di non firmare i documenti per la candidatura di Roma a ospitare le Olimpiadi del 2020, di cui si è parlato a lungo negli ultimi giorni. Roma si era candidata per la prima volta a ospitare i Giochi olimpici nel 1908, ma a causa dell’eruzione del Vesuvio nel 1906 decise di rinunciare e cedere l’organizzazione a Londra. Nel 1955 il Comitato olimpico la scelse per ospitare la XVII edizione dei Giochi, che si tennero dal 25 agosto all’11 settembre del 1960.
Alle Olimpiadi di Roma esordì Muhammad Ali, che aveva 18 anni e allora si chiamava ancora Cassius Clay, e che vinse la medaglia d’oro per i pesi mediomassimi. L’atleta americana Wilma Rudolph, che aveva già partecipato alle Olimpiadi di Melbourne del 1956, a Roma vinse per la prima volta la medaglia d’oro: nei 100 metri, nei 200 metri e nella staffetta 4×100. La maratona invece fu vinta dall’etiope Abebe Bikila, che corse a piedi nudi.
Durante Roma 1960 si verificò uno dei primi gravi episodi di doping: il 26 agosto il ciclista danese Knud Enemark Jensen cadde dalla bici dopo un colpo di calore durante una gara. Jensen morì poche ore dopo in ospedale a causa di una frattura al cranio, ma analisi successive dimostrarono che la caduta era stata provocata da un’intossicazione dovuta all’assunzione del Ronicol, un farmaco che dilatava i vasi sanguigni, e altri tipi di anfetamine. Dal 1967 il Comitato organizzatore dei Giochi istituì una commissione medica che per sottoporre gli atleti a test antidoping.
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