La crisi del Giappone si aggrava
Alla fine del 2011 il PIL è sceso del 2,3 per cento, più di quanto previsto dagli analisti: ora si spera che la ricostruzione sostenga la ripresa
Nel quarto trimestre del 2011 il prodotto interno lordo (PIL) del Giappone ha subito una riduzione del 2,3 per cento in confronto allo scorso anno. Il dato è peggiore rispetto a quanto era stato previsto dagli analisti, che avevano stimato una diminuzione pari all’1,3 per cento. Su base trimestrale, la riduzione dell’economia è stata pari allo 0,6 per cento. Le cose per l’economia giapponese non sono andate bene principalmente a causa delle ridotte esportazioni, dovute alla domanda di beni su scala globale più bassa e alle conseguenze delle alluvioni in Thailandia, che hanno ridotto le forniture nelle catene produttive di molte imprese giapponesi.
Secondo il ministro dell’Economia, Motohisa Furukawa, l’economia del paese si riprenderà lentamente e gradualmente nel corso dei prossimi mesi. Le previsioni parlano di un progressivo aumento delle esportazioni, ma molto dipenderà dall’andamento dell’economia su scala globale. Le autorità giapponesi confidano in una ripresa dell’economia interna anche grazie alle opere di ricostruzione nell’area nord-orientale del paese, dove l’11 marzo del 2011 si è verificata la forte scossa di terremoto accompagnata dalle ondate dello tsunami, che hanno distrutto intere città lungo la costa, spingendosi per diversi chilometri nell’entroterra.
Il responsabile della Banca centrale del Giappone, Masaaki Shirakawa, ha spiegato che l’economia è in condizioni molto serie a causa dell’alto valore dello yen, che rendere più care le merci per le esportazioni e riduce i ricavi per gli esportatori quando riportano in patria il denaro. Gli effetti della crisi sono evidenti anche per le principali società tecnologiche del paese, che vivono grazie alle esportazioni dei loro beni. A inizio febbraio Panasonic ha raddoppiato le proprie previsioni sulle perdite su base annua, stimandole intorno ai 780 miliardi di yen (7,6 miliardi di euro). Sony ha registrato perdite per 220 miliardi di yen (2,1 miliardi di euro), 130 miliardi di yen in più rispetto a quanto annunciato lo scorso novembre.
Per gli analisti, la ricostruzione del dopo tsunami potrebbe essere l’opportunità più importante per il Giappone per risollevare la propria economia. La scorsa settimana, il Parlamento ha approvato un pacchetto di rilancio di 24,3 miliardi di euro, provvedimento che fa parte della quarta legge finanziaria straordinaria emanata dal paese da quando si è verificato il terremoto. Oltre alla ricostruzione, il piano prevede soluzioni per aiutare le imprese, a partire da quella automobilistica con una serie di eco-incentivi per l’acquisto di automobili meno inquinanti.
foto: YOSHIKAZU TSUNO/AFP/Getty Images