La riforma del lavoro in Spagna
Prevede licenziamenti più facili e flessibilità, ma anche agevolazioni per i giovani, e il ministro dell'Economia l'ha definita "estremamente aggressiva"
Il governo spagnolo del nuovo premier Mariano Rajoy (Partito Popolare) ha approvato per decreto la nuova riforma del lavoro. Si tratta di una delle riforme più radicali degli ultimi decenni. La riforma, che si è basata su quella del 2010 promulgata dal governo Zapatero, prevede licenziamenti più facili, indennizzi minori, maggiore flessibilità ma anche aiuti e sgravi fiscali per l’assunzione di giovani e lavoratori con più di 45 anni recentemente usciti dal mondo del lavoro. Si tratta di una riforma “estremamente aggressiva”, ha detto il ministro dell’Economia, Luis de Guindos. L’obiettivo è quello di ridurre il tasso di disoccupazione della Spagna, giunto al record storico di 5,3 milioni di disoccupati, ossia il 22,85% della popolazione, con una percentuale di disoccupazione giovanile che oramai si attesta intorno al 50 per cento.
Licenziamenti più facili
Un’azienda “in crisi” potrà licenziare i dipendenti più facilmente: basterà segnare tre trimestri consecutivi di perdite. In questo caso, il lavoratore licenziato avrà un indennizzo pari a 20 giorni di lavoro per ogni anno di impiego precedente, con un limite massimo di 12 mesi di paga. Prima della riforma, in condizioni normali, un’azienda spagnola doveva riconoscere al lavoratore licenziato 45 giorni di paga per ogni anno di lavoro per evitare di essere citata in tribunale. Se invece un’azienda in salute licenzia senza giusta causa, con la nuova riforma dovrà corrispondere al lavoratore mandato a casa solo 33 giorni per anno lavorato, per un totale massimo di 24 mesi.
Accordi sindacali
In caso di crisi, le imprese potranno sganciarsi dagli accordi di categoria stabiliti a livello nazionale e modificare tempi di lavoro, funzioni e retribuzioni dei dipendenti. Gli accordi d’impresa tra azienda e dipendenti prevarranno su quelli collettivi nazionali o regionali. Se non si raggiunge un accordo, sarà il Tribunale del Lavoro a risolvere la disputa nel giro di massimo 25 giorni.
Per i giovani
Il governo ha creato un nuovo contratto di lavoro a tempo indeterminato per piccole e medie imprese fino a 50 lavoratori. Se un’azienda assumerà a tempo indeterminato un lavoratore di un’età inferiore a 30 anni avrà uno sgravo fiscale di 3.300 euro in tre anni nei contributi alla Seguridad Social, la “Sicurezza sociale” spagnola (3.600 euro se donne). La Seguridad Social è il principale sistema di protezione sociale dello stato per il lavoratore, che si occupa, tra le altre cose, della copertura di salute, povertà, disoccupazione. Il lavoratore con meno di trent’anni, oltre al compenso pattuito, potrà percepire anche il 25 per cento del sussidio di disoccupazione.
Per i disoccupati meno giovani
Se un’impresa assumerà persone con più di 45 anni, rimasti disoccupati per 12 degli ultimi 18 mesi, avrà uno sconto annuale nei contributi alla Sicurezza Sociale fino a 3.900 euro in tre anni (4.500 euro se si tratta di donne over 45 assunte in settori senza presenza femminile).
Contratti a tempo determinato
Sarà abolita la possibilità di estendere la serie di contratti a tempo determinato oltre i 24 mesi, come deciso dal precedente governo Zapatero. Questa norma, come era già previsto, non sarà più attiva dal 1 gennaio 2013. Da quel momento in poi, un lavoratore spagnolo non potrà avere contratti a tempo per più di 24 mesi.
Modello tedesco
Il decreto del governo Rajoy prevede la creazione di un fondo per la formazione dei lavoratori, simile a quello della Sicurezza Sociale. Il lavoratore avrà diritto a 20 ore di formazione pagate dall’impresa, secondo un modello che la stampa spagnola indica come ispirato a quello in vigore in Germania.
Dirigenti pubblici
Per i dirigenti delle imprese pubbliche è prevista un’indennità di licenziamento di 7 giorni per anno lavorato, per un massimo di 6 mensilità.
foto: Pablo Blazquez Dominguez/Getty Images