Adesso bisogna fare gli italiani
Pierluigi Battista loda il governo tecnico, ma gli chiede qualcosa di più, che manca e che cambierebbe radicalmente le cose
L’editoriale di prima pagina del Corriere ella Sera oggi è affidato a Pierluigi Battista, che “a costo di apparire incontentabili” chiede al governo Monti di non limitarsi a un “miracoloso” lavoro di “fare i compiti”, ma di usare le proprie forze anche per ricostruire un orgoglio e una fiducia nuovi tra gli italiani.
Il governo Monti ha svolto più che egregiamente i compiti a casa. Ha ridato credibilità e centralità all’Italia. Ha fatto del nostro Paese un interlocutore autorevole dell’Europa (e degli Stati Uniti, come ha confermato sul Corriere l’ambasciatore Usa a Roma). Ha avviato una politica economica dolorosa ma efficace, rimesso sui binari i conti impazziti, allontanato il fantasma del fallimento. Ma basta? Forse, a costo di apparire incontentabili, non basta. Perché gli incoraggianti risultati sui conti sembrano un po’ più opachi, se dalle formule matematiche si passa alla vita vera degli italiani, alle emozioni e ai simboli che ne cementano la coesione.
È vero, un governo tecnico non ha come obiettivo il consenso. Ma la prospettiva di un destino comune è pur sempre la missione di un governo che, oltre all’autorevolezza e alla competenza, deve saper trasmettere agli italiani fiducia, forza, energia in uno dei momenti più difficili della loro storia. Se il naufragio di una nave colpisce l’immaginazione pubblica e ferisce come un’umiliazione l’intera compagine nazionale per la sconsideratezza di comandanti fatui e tremebondi, un governo sensibile al bene comune deve esserci, deve dire qualcosa, deve essere presente. Se l’Italia, sommersa dalla neve, conta decine di morti, paesi senza energia elettrica, treni bloccati nel gelo, Roma tramortita dal caos, autostrade paralizzate, il governo, anche se tecnico, non può rifugiarsi dietro un’impassibile tecnicità, deve dare l’impressione di voler tirar fuori l’Italia dal disastro, sanzionare gli incapaci, dare una sferzata all’opera di chi si spende senza requie per soccorrere chi è in difficoltà.
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