Il Brasile ha fatto causa a Twitter
Alcuni account rivelano la posizione dei posti di blocco della polizia e degli autovelox: potrebbe essere il primo caso di applicazione della nuova "censura"
Il governo brasiliano ha denunciato Twitter perché alcuni suoi utenti forniscono informazioni sul social network sulla posizione dei posti di blocco della polizia e degli autovelox. Il caso è stato aperto dal procuratore generale Luis Inácio Lucena Adams e verrà valutato da una corte federale dello stato del Goias. Secondo l’accusa, le informazioni che vengono diffuse da alcuni utenti brasiliani tramite Twitter violano sia il codice civile che quello penale, in quanto permetterebbero a ubriachi e criminali di sfuggire alla legge e comprometterebbero i tentativi del governo di scoraggiare la guida in stato di ebbrezza. Per queste ragioni, il Brasile ha chiesto a Twitter di rimuovere immediatamente i tweet che infrangono la legge e in più esige circa 220mila euro per ogni giorno in cui Twitter non rispetterà questo divieto.
Twitter sinora non ha commentato la denuncia del Brasile, ma è evidente che questo potrebbe essere il primo caso di applicazione della nuova policy sulla censura recentemente annunciata dal social network. Queste nuove norme prevedono l’oscuramento in maniera selettiva di alcuni tweet solo in alcuni paesi di fronte a una “valida richiesta” da parte delle autorità competenti di uno Stato, come ha fatto il Brasile. Dunque, qualora venisse accettata la richiesta brasiliana, i tweet in questione sarebbero leggibili in tutto il mondo, ma non in Brasile e in altri eventuali paesi dove il loro contenuto costituisce un illecito. In attesa di una decisione della corte brasiliana, alcuni degli utenti Twitter messi sotto accusa per aver divulgato informazioni su posti di blocco e traffico in generale, come @RadarBlitzGO, hanno deciso di autosospendere il proprio servizio.
nella foto: la presidente brasiliana Dilma Rousseff (AP/Eraldo Peres)