Costa Concordia, le notizie di oggi
Oggi sono previsti l'inizio delle operazioni di rimozione del carburante e la decisione definitiva sulle ricerche nella parte sommersa
18.10 – Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, oggi non è riuscito a raggiungere l’isola del Giglio a causa delle condizioni meteorologiche. Per questo motivo è stata rimandata a domani la riunione dei responsabili delle operazioni di soccorso e un incontro con gli abitanti dell’isola.
17.25 – Oggi il relitto della Costa Concordia ha registrato spostamenti relativamente consistenti, di circa 8 centimetri in sette ore. La Protezione Civile ha precisato che spostamenti così grandi sono già successi in passato, e che nel pomeriggio sono rallentati fino a valori di pochi millimetri l’ora. Il peggioramento delle condizioni del mare, che da ieri notte è molto mosso, sta causando danni al relitto: le vetrate delle piscine a poppa e nella parte centrale della nave si sono staccate e sono cadute in mare.
15.16 – La prefettura di Grosseto ha comunicato che è stato identificato un altro dei corpi recuperati a bordo della Costa Concordia. È quello della cittadina tedesca Siglinde Stumpf. I morti accertati nel naufragio sono 17, mentre i dispersi sono quindici.
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Ieri, intorno alle 15, è stata annunciata la sospensione “definitiva” delle ricerche nella parte sommersa della nave Concordia affondata al Giglio, per motivi di sicurezza. Le ricerche continuano nella parte emersa e nel mare intorno al relitto. Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha detto che la decisione finale sulle ricerche nella parte sommersa sarà presa oggi.
Oggi inizierà a lavorare a una mappatura del fondale un gruppo di sei ricercatori dell’ Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), che ha sede a Trieste e a Udine. I ricercatori sono geologi, tecnici e un ingegnere elettronico, e attraverso un sistema che sfrutta le onde acustiche ad altissima frequenza dovrebbero disegnare una mappa in tre dimensioni del fondale su cui poggia e valutare la resistenza delle rocce al peso del relitto. Per oggi ci si attende anche l’inizio, più volte rimandato, delle operazioni di recupero delle 2.400 tonnellate di carburante ancora contenute nel relitto da parte degli operai specializzati della Smit Salvage.
Sul piano giudiziario, ieri Roberto Ferrarini, il responsabile dell’unità di crisi della Costa Crociere, è stato sentito come “persona informata sui fatti” per circa otto ore dai pubblici ministeri di Grosseto, per cercare di capire il suo ruolo e le responsabilità della compagnia nell’incidente. Ferrarini è stato il primo rappresentante della Costa ad essere sentito dai giudici. Il prossimo 6 febbraio il tribunale del riesame di Firenze terrà un’udienza per decidere sui due ricorsi presentati contro la decisione di mettere agli arresti domiciliari Francesco Schettino: il suo avvocato chiederà che venga liberato, mentre la procura di Grosseto ha chiesto che il comandante ritorni in carcere. Il prossimo 3 marzo dovrebbe essere aperta la scatola nera della nave, il meccanismo che registra i dati tecnici della nave e le comunicazioni sul ponte di comando.
Da oggi il Corriere della Sera pubblica, allegato al quotidiano, Concordia, la vera storia, scritto dagli inviati del quotidiano Fiorenza Sarzanini e Marco Imarisio. Sul blog del Corriere La 27esima ora, Imarisio ha scritto oggi un post intitolato “Perché dobbiamo chiedere scusa a Domnica Cemortan”, riferendosi alla ragazza moldava di 24 anni che era stata brevemente protagonista delle cronache nei giorni successivi al naufragio per sue presunte relazioni con Schettino o sua possibile presenza sul ponte di comando al momento dell’impatto con gli scogli. Imarisio riporta un brano del libro che dice che la ragazza era sul ponte di comando per tradurre le istruzioni dall’italiano in russo agli altoparlanti, che la sua presenza non è stata influente in alcun modo, e commenta così:
Alla fine dovremo chiederle scusa. La presenza di Domnica Cemortan sulla plancia di comando non appare certo un dettaglio fondamentale, non cambia il corso degli eventi e non spiega le cause del disastro.
La sensazione è che il suo nome sia stato buttato sul tavolo dagli inquirenti consapevoli dell’impatto che avrebbe avuto sui media, usato come uno strumento di pressione per rendere ancora più difficile e insopportabile la vita domestica di Schettino, per convincerlo a raccontare tutto, le telefonate, gli ordini, e l’origine di quell’inchino.
Un diversivo, che per qualche giorno ha esposto al pubblico ludibrio una giovane donna, aggiungendo un aspetto pruriginoso a una faccenda maledettamente seria.
AP Photo/Pier Paolo Cito