Tempi duri per i ladri di iPhone
Il New York Times racconta di come le applicazioni per rintracciare gli smartphone rubati sono ormai usate anche dalla polizia
Qualche giorno fa, a Manhattan, un uomo di 40 anni, George Bradshaw, ha rubato un iPhone 4 a una cassiera di un negozio (che stava ascoltando un video su YouTube) puntandole una pistola alla tempia. L’uomo è scappato con lo smartphone. La polizia è arrivata al negozio solo pochi minuti dopo ma ha impiegato poco tempo a ritrovare l’iPhone rubato, in quanto Bradshaw non aveva disinserito dal telefonino l’iCloud, il servizio che permette la sincronizzazione automatica di dati, contatti, immagini e brani musicali tra i vari dispositivi Apple dell’utente, ma anche la geolocalizzazione, ovvero la possibilità di condividere con contatti scelti la propria posizione, rilevata dal GPS del dispositivo, e di ritrovare lo smartphone in caso di smarrimento.
La polizia ha così subito pensato di utilizzare l’app “Trova il mio iPhone”, disponibile gratuitamente su iTunes, che permette di localizzare su una mappa il cellulare dopo aver digitato l’ID Apple del proprietario (ossia la registrazione presso Apple dei propri dati identificativi), lo stesso che si utilizza per una serie di servizi come iTunes. In pochi minuti, gli agenti hanno individuato la posizione di Bradshaw. Quando si sono resi conto di essere molto vicini a lui, hanno utilizzato la funzione “Play Sound”, che fa sì che il cellulare smarrito emetta un suono, ad alto volume e di durata fino a due minuti (anche se è lo smartphone in modalità silenziosa), per essere localizzato più facilmente. Dopo una serie di squilli, Bradshaw è stato individuato e arrestato.
Oltre alla tracciabilità dello smarphone smarrito, la app “Trova il mio iPhone” permette anche di far apparire un messaggio sul display del telefono (come per esempio la richiesta di chiamare il proprietario a un certo numero in caso di ritrovamento dello smartphone), bloccarlo o cancellare tutti i dati a distanza.