Perché questi terremoti
C'entra lo scontro in Val Padana tra la placca africana e la placca euroasiatica, spiega Giovanni Caprara sul Corriere della Sera
Giovanni Caprara sul Corriere della Sera di oggi spiega, con l’aiuto di esperti e sismologi, le ragioni dei terremoti che si sono verificati negli ultimi giorni nel nord Italia. Ieri alle 15.53 un terremoto di magnitudo 5,4 è stato avvertito in molte città dell’Italia nordoccidentale.
Come mai a due giorni di distanza dai terremoti in Emilia e nel Veronese un altro sisma, addirittura lievemente più forte (5.4 della scala Richter), ha scosso la Val Padana alle 15.53 costellando contemporaneamente di movimenti minori tutto il territorio circostante della Penisola, dalla Toscana alle Alpi?
«La continuazione e l’aumento dell’attività non ci ha sorpreso — spiega Domenico Giardini, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) — perché è dall’estate scorsa che la terra trema in continuazione su tutto il Nord anche se a livelli meno intensi rispetto a quelli degli ultimi giorni». Uno sguardo alle statistiche, infatti, è eloquente. Il fenomeno è in corso dal luglio scorso ed è sempre più diffuso come dimostrano le registrazioni dei soli casi più rilevanti: il 17 luglio 2011 si è avuto un terremoto di intensità pari a 4.7 gradi della scala Richter tra Bologna e Verona; il 27 luglio la terra sussultava a ovest di Torino (magnitudo 4.3); il 29 ottobre un sisma scuoteva il Veronese (magnitudo 4.2). Quindi siamo arrivati agli ultimi due eventi in Emilia e ancora nel Veronese (4.9 e 4.2 rispettivamente). Infine la paura di ieri pomeriggio che raggiunge il record dell’intero periodo considerato.
Le spinte
L’origine del tutto è sempre lo scontro in atto tra la placca africana, di cui la Val Padana è l’estremo lembo settentrionale, e la placca euroasiatica che ci sovrasta. Di conseguenza abbiamo gli Appennini che spingono incessantemente a Nord schiacciandosi verso le Alpi e caricando il suolo di energia che prima o poi si libera facendo tremare il suolo più o meno con violenza. Per gli esperti la situazione rientra in una normalità geologica con qualche punto di domanda. «I terremoti dovrebbero manifestarsi ai bordi più estremi delle placche mentre invece notiamo un’eccezione perché alcuni si sono generati anche al centro», nota Giardini.