Le foto degli scontri in Senegal
La Corte costituzionale ha approvato la contestata ricandidatura del presidente Wade e ha escluso Youssou N'Dour: almeno una persona è morta
Ieri sera, in Senegal, ci sono stati scontri violenti in diverse città tra centinaia di manifestanti e la polizia. Dopo le grandi proteste di piazza del pomeriggio, i manifestanti hanno cominciato a tirare pietre agli agenti e dato fuoco a pneumatici nella capitale Dakar e in altri centri come Kaolack, Mbour e Thiès. Un poliziotto sarebbe morto dopo esser stato colpito da una pietra, mentre ci sarebbero diversi feriti. A provocare gli scontri è stata la decisione della Corte costituzionale senegalese che, dopo ore di discussione a porte chiuse, ha approvato ieri la ricandidatura del presidente in carica Abdoulaye Wade alle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo 26 febbraio.
La candidatura dell’85enne Wade è fortemente contestata in quanto la costituzione senegalese negli anni scorsi è stata modificata e ora prevede il limite di due mandati per ogni presidente. Dopo esser stato eletto per la seconda volta nel 2007, Wade aveva promesso di non ricandidarsi per un terzo mandato, cosa che ha poi smentito, sottolineando che la legge che vieta tre mandati a una singola persona non si applica «retroattivamente» e dunque Wade, essendo stato eletto prima che la Costituzione venisse emendata, sostiene di essere libero di candidarsi per una terza volta.
Sempre ieri la Corte ha deciso di escludere dalle presidenziali il celebre cantante Youssou N’Dour perché, secondo i giudici, molte firme a sostegno della sua candidatura non sono valide. N’Dour ha promesso che non si arrenderà e che farà di tutto per essere tra i candidati nel voto di febbraio. Tra gli altri 13 sfidanti di Wade confermati dalla Corte ci sono tre ex primi ministri (Idrissa Seck, Macky Sall e Moustapha Niasse) e anche il leader dell’opposizione Ousmane Tanor Dieng. Ieri Wade, visti i disordini, è apparso subito in televisione, assicurando che il voto sarà comunque regolare.
Il Senegal è una delle nazioni più stabili d’Africa e l’unica della parte occidentale del continente a non aver mai subito un colpo di stato. Il presidente Wade tuttavia è stato molto contestato negli ultimi anni, sia per le concessioni sempre più ampie al figlio Karim nel governo, sia per alcuni scandali di corruzione che hanno interessato la sua amministrazione. I giovani di Dakar scesi in strada la scorsa notte hanno promesso all’Associated Press di trasformare Piazza dell’obelisco in una nuova Tahrir, il luogo simbolo della rivoluzione egiziana, qualora Wade non ritirasse la sua candidatura. Il gruppo di attivisti più attivo contro Wade è il “Movimento 23 giugno”, data in cui, nel 2011, alcune proteste di piazza costrinsero il presidente a ritirare le sue proposte di modifica alla Costituzione per abbattere il limite dei due mandati.
foto: AP