Non tutte le foto
Sulle immagini della Concordia, e sulle catastrofi in generale
Nei giorni dello tsunami giapponese del 2011 mettemmo insieme una riflessione sulle terribili e straordinarie immagini che arrivavano del disastro, e su quale fosse il limite che ci ponevamo di fronte nella scelta. In scala più piccola e meno catastrofica, simili discussioni si sono fatte dopo l’affondamento della Costa Concordia, e in giro molti commentano l’enorme numero di foto che continuano a circolare di quello spettacolare incidente.
E se è vero che la fantasia dei fotografi al Giglio ormai mostra la corda, e la nave è stata fotografata in ogni modo e sullo sfondo di ogni cosa, è anche vero che la sua sagoma mezza sommersa continua ad essere impressionante e straordinaria: e quelle foto continuano a essere magnetiche, con tutto il rispetto per quello che raccontano e per quello che non si vede, e anzi molto anche proprio per quello che raccontano e per quello che non si vede.
Vale quindi la pena recuperare quei pensieri di un anno fa, perché poi prima di alcune foto ci fermiamo, col timore – possiamo sbagliare – che quel che mostrano sia non più “vicino alla verità” (che non esiste nelle fotografie) ma un racconto ispirato alla verità. Che per carità, la letteratura è una cosa meravigliosa: ma deve dirsi letteratura, e deve avere una trama non troppo banale e telefonata.