Come sarà il “decreto semplificazioni”
Le anticipazioni sul Corriere della Sera, dal valore della laurea ai concorsi ai certificati online
Oggi il governo varerà la seconda parte delle misure per la crescita, come aveva annunciato la scorsa settimana, con un decreto legge contenente misure di semplificazione e sburocratizzazione. Detto che si potranno conoscere con certezza i contenuti del decreto solo attraverso la lettura del testo, quando questo sarà approvato, Maria Antonietta Calabrò ha fatto sul Corriere della Sera di oggi un utile e sintetico punto della situazione elencando le misure che dovrebbero far parte del provvedimento. Altre anticipazioni qui.
Ben nove articoli del nuovo decreto legge sulle semplificazioni riguarderanno e accresceranno qualificazione e competitività di scuola, università e ricerca scientifica. La laurea perderà peso nei concorsi pubblici, anche se non ne verrà abolito il valore legale. Anche il voto non avrà più valore. In pratica tutta la seconda sezione del provvedimento: dall’articolo 54 all’articolo 62. E’ questa una «corposa» novità del nuovo pacchetto preparato dal governo. Il testo del decreto (40 pagine e 67 articoli) che sarà varato oggi dal Consiglio dei ministri è stato illustrato ieri dal premier Mario Monti al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. L’ultimo via libera è stato dato ieri sera in una riunione a Palazzo Chigi tra Monti e il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi. In questo modo, lunedì prossimo in Europa, il governo si presenterà con un altro incisivo intervento di modernizzazioni della macchina dello Stato: il secondo passo – dopo le liberalizzazioni – anch’esso chiestoci dalla Ue e dalla Bce. Internet sarà il principali alleato del cittadino e delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Una norma rafforzerà il potere della Commissione di garanzia per quanto riguarda l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali. Un’altra modifica permetterà al ministro dei Beni culturali di varare norme tecniche per la sponsorizzazione connesse agli interventi conservativi. Mentre l’Ambiente assumerà il controllo di tutte le riserve a carattere nazionale e internazionale. Miglioreranno i rapporti tra cittadini, imprese e burocrazia: dai certificati anagrafici immediati per nascite e matrimoni, alla maggiore facilità per le imprese di assumere lavoratori stranieri extra Ue, e di ottenere un’autorizzazione unica in materia ambientale per le Pmi. Partirà anche una sperimentazione per cui le Regioni potranno trasformarsi in territori a «burocrazia zero».
Selezione
I voti peseranno meno nelle graduatorie, le prove varranno di più
Non è l’abolizione del valore legale del titolo di studio ma ci somiglia. Per la partecipazione ai concorsi pubblici la bozza del decreto sulle semplificazioni prevede all’articolo 9 «l’equiparazione dei titoli di studio e professionali nei casi in cui non sia intervenuta una disciplina di livello comunitario». A parte alcuni casi come la laurea in medicina, dove esiste appunto una disciplina comunitaria, la laurea perderà peso nelle selezioni per la pubblica amministrazione. Non ci saranno punti in più a seconda del tipo di laurea (Economia o Giurisprudenza) e neanche in base al voto. Nella graduatoria finale, quindi, peseranno di più le prove del concorso rispetto ai titoli di studio. Un passo da collegare al nuovo sistema di accreditamento dei corsi di laurea: dal prossimo anno accademico tutti i corsi dovranno avere il via libera dell’Anvur, l’agenzia per la valutazione del sistema universitario. Che non si limiterà a dire sì o no ma darà anche un sintetico giudizio sul corso e quindi, indirettamente, su chi lo ha frequentato.