Storia e foto dell’Australia Day
E dell'Invasion Day, per gli aborigeni: si festeggia il 26 gennaio e fa tornare d'attualità una vecchia questione almeno una volta l'anno
Oggi è l’Australia Day, l’anniversario dello sbarco dei primi colonizzatori inglesi nella Baia di Sydney, avvenuto il 26 gennaio 1788. In Australia ci sono festeggiamenti, fuochi d’artificio, vengono consegnate le più alte onorificenze pubbliche, e il primo ministro tiene solitamente un discorso alla nazione. Il 26 gennaio, però, per gli aborigeni australiani è l’Invasion Day, il Giorno dell’Invasione, che fornisce la versione della storia dei loro antenati, maltrattati, soppressi e derubati delle loro terre dagli inglesi.
Il problema dell’integrazione degli aborigeni è ancora una ferita aperta, in Australia. Questa mattina a Canberra un migliaio di persone hanno manifestato davanti alla “Tenda dell’ambasciata aborigena”, eretta nel 1972 davanti al parlamento da un gruppo di aborigeni che sosteneva di rappresentare i diritti degli indigeni australiani. I manifestanti hanno contestato in modo acceso il leader dell’opposizione Tony Abbott, che questa mattina aveva detto che molte cose erano cambiate nella condizione degli aborigeni e che era ora di smantellare la tenda e andare avanti, e nella contestazione è stata coinvolta anche la premier Julia Gillard.
Le proteste degli aborigeni si sono intensificate negli anni Settanta, dopo che il governo di William McMahon aveva rifiutato di concedere loro il possesso delle terre che occupavano. Il governo proponeva di concederne solo l’usufrutto a patto che venissero utilizzate per attività proficue dal punto di vista sociale o economico. Da allora sono stati fatti numerosi passi avanti per il riconoscimento dei diritti degli indigeni: nel 1976 Sir Douglas Nicholls divenne governatore dell’Australia del Sud, la prima persone aborigena ad avere un incarico così alto. Nel 1999 il Parlamento federale approvò una mozione di riconciliazione che definiva i maltrattamenti degli aborigeni “il capitolo più vergognoso della nostra storia nazionale”. Nel 2000 l’atleta aborigena Cathy Freeman accese la fiamma olimpica durante le Olimpiadi di Sydney. Il 13 febbraio 2008 il primo ministro laburista Kevin Rudd chiese pubblicamente scusa agli aborigeni per il comportamento del governo australiano, suscitando grande commozione. Nel 2010 Ken Wyatt del partito liberale fu il primo indigeno eletto nel Parlamento australiano.
L’attuale premier Julia Gillard ha promesso che entro il 2013 si terrà un referendum per inserire nella costituzione australiana un riferimento agli aborigeni. Nella costituzione infatti, che è del 1901, l’Australia viene definita come terra disabitata prima dell’arrivo degli europei. Una commissione di 22 esperti ha proposto di modificare la costituzione scrivendo che “il continente e le isole conosciute come Australia sono state per prime abitate da aborigeni e da indigeni delle Torres Strait Islands”. Ha anche proposto di emendarne due sezioni definite “una vergogna per la nostra nazione”, in quanto consentono ai singoli stati australiani di escludere alcune etnie dal voto e al parlamento federale di emettere leggi speciali in base all’etnia, e di sostituirle con l’impegno a realizzare leggi per migliorare le condizioni di vita degli aborigeni. La commissione ha proposto anche una nuova sezione che vieti ogni tipo di discriminazione razziale, etnica o legata alla zona di origine. Il governo non ha ancora deciso se adottare la proposta della commissione nel testo del referendum.
Al momento in Australia vivono circa 500mila aborigeni (sono aumentati di circa cinque volte dal 1901), pari a circa il 2,5 per cento della popolazione totale. La loro istruzione, le loro aspettative di vita e di salute sono inferiori a quelle della media.