Domenica si vota per le primarie a Pistoia
I candidati sono quattro, se le danno di santa ragione e quello di SeL sembra in vantaggio: potrebbe ripetersi quanto accaduto a Milano e Cagliari
David Allegranti sul Corriere Fiorentino di oggi racconta lo stato dell’arte delle primarie del centrosinistra a Pistoia. Si vota il 29 gennaio, i candidati sono Alberto Niccolai, Cecilia Turco, Roberto Bartoli e Samuele Bertinelli.
Zedda. Pisapia. De Magistris. Che cosa hanno in comune questi nomi? Sono sindaci. Cagliari. Milano. Napoli. Ma non solo: non sono del Pd. Bingo. Il maggior partito della ex opposizione, lo stesso che adesso nei sondaggi è al 30 per cento, non è riuscito a presentare candidati abbastanza forti da batterli. Uno scenario che potrebbe ripetersi anche a Pistoia, dove la crisi manda in piazza gli operai dell’Ansaldo Breda contro il nuovo piano di risanamento e dove la sinistra, che qui governa da sempre, può concedersi il lusso di presentare quattro candidati alle primarie di coalizione. E il 29 gennaio, giorno di urne, uscirà il nome del prossimo sindaco di Pistoia, garantiscono perfino autorevoli esponenti del Pdl pistoiese. Difficile che sia il socialista Alberto Niccolai, assessore uscente. Per adesso i sondaggi del Pd (diffusi ad arte per creare un po’ di panico fra gli elettori piddini? Chissà) danno buone speranze a Cecilia Turco, avvocato penalista molto noto e stimato nell’elettorato, che ha fra i suoi clienti imprenditori importanti della zona. Determinante sarà l’affluenza (se fosse bassa potrebbe aiutare la Turco). Indipendente di sinistra, appoggiata soprattutto da Sel e Idv, già candidata sconfitta alle primarie per la presidenza della Provincia nel 2009, si è fatta largo nella campagna a colpi di strali verso il Pd dei «boss» e delle «truppe cammellate». A suo favore però si sono schierati proprio parlamentari e dirigenti del Pd, come il deputato Lido Scarpetti, già sindaco di Pistoia per dieci anni, e Renzo Innocenti, ex parlamentare diessino, oltre al segretario regionale della Cgil Daniele Quiriconi. «Scarpetti con Turco? È come se Marchionne comprasse una Skoda», dicono i segretari di circolo del Pd, accigliatissimi per il concorso esterno in candidatura alternativa. «Archeologia politica», ribattono dal comitato elettorale dell’avvocato. «In parte — dice il capogruppo del Pd in Provincia Giovanni Sarteschi — è anche uno degli obiettivi di Sel e, talvolta, dell’Idv: utilizzare le primarie di coalizione per fare leva sul malcontento degli elettori di sinistra, che c’è, sottraendo la leadership della coalizione al Pd. Legittimo, nulla da dire. Meno comprensibile mi appare il sostegno di parlamentari, assessori e dirigenti del Pd al candidato di Sel e Idv. Ma davvero è così irrilevante che il Pd possa non essere in grado di esprimere il sindaco del Comune capoluogo?». Gli stessi segretari hanno gradito poco, come quello provinciale Marco Niccolai, che dice: «I dirigenti devono appoggiare i nostri candidati, chi non lo fa se ne assume la responsabilità». E pure Vannino Chiti, che un po’ cerchiobotteggia, ha detto che è una «regola minima di responsabilità e di coerenza», per i dirigenti del Pd, appoggiare i propri candidati.