La protesta dei detenuti in Kirghizistan
Perché oltre 7.000 persone sono in sciopero della fame e 1.300 si sono cucite le labbra nelle carceri del paese
Da oltre una settimana, circa 7.000 detenuti nelle carceri del Kirghizistan sono in sciopero della fame per protestare contro le nuove misure di sicurezza decise da Sheishenbek Baizakov, il responsabile dei penitenziari del Paese. Baizakov, nell’ambito di una revisione delle norme carcerarie, aveva annunciato il 16 gennaio, tra le altre cose, la chiusura degli spazi comuni dei detenuti. Subito alcuni detenuti della prigione di Biškek hanno dato fuoco ai materassi e hanno iniziato lo sciopero della fame contro il provvedimento, i maltrattamenti subiti dalle guardie carcerarie e le condizioni dei penitenziari del paese.
Durante il primo giorno di rivolte un detenuto è morto in circostanze poco chiare, mentre il giorno dopo la protesta si è estesa a varie carceri del Kirghizistan. Secondo la BBC 1.300 detenuti si sono cuciti le labbra in segno di protesta. Per Baizakov la protesta sarebbe orchestrata dalle gang in prigione che si oppongono al suo piano di riforma carceraria. Secondo gli avvocati di alcuni detenuti, invece, le condizioni all’interno delle prigioni del Kirghizistan sarebbero «catastrofiche». Dal 2005 in poi, le proteste nelle carceri del Paese sono cresciute sensibilmente tra rivolte, scioperi della fame e atti di autolesionismo per protestare contro le autorità.
foto: AP/AKIpress,Akyl Akimov