Le dichiarazioni dei redditi di Romney
Alla fine le ha pubblicate, dopo giorni di pressioni: molte conferme (è ricchissimo, paga poche tasse) e qualche sorpresa (come un conto in Svizzera)
Mitt Romney ha reso noto, in seguito alle pressioni dei politici democratici e repubblicani, la sua dichiarazione dei redditi degli ultimi anni. Romney ha guadagnato 21,7 milioni di dollari nel 2010 e altri 20,9 nel 2011. I guadagni derivano tutti da utili di capitale, investimenti e dividendi da parte di varie società. Oltre ad aver donato circa 7 milioni di dollari in beneficenza (di cui 4,1 alla sua chiesa mormona), dai dati si legge che Romney ha pagato negli ultimi due anni complessivamente 6,2 milioni di dollari di tasse: 3 milioni nel 2010, ovvero il 13,9 per cento del reddito di quell’anno, e 3,2 milioni nel 2011, per una quota dunque del 15,4 per cento.
I dati, che comunque rappresentano solo una piccola parte delle ricchezze di Romney il cui patrimonio si attesta ben oltre i 200 milioni di dollari, si confermano in linea con le aspettative: Romney paga a malapena il 15 per cento di tasse, molto meno del presidente Barack Obama (che ha versato nell’ultimo anno al fisco il 25,8 per cento del suo reddito), del suo principale avversario alle primarie repubblicane, l’ex speaker della Camera Newt Gingrich, o del lavoratore americano medio. Inoltre, dopo la polemica per i fondi nel paradiso fiscale delle isole Cayman, nella dichiarazione del 2010 è spuntato anche un conto di Romney in Svizzera, a quanto pare però chiuso in quello stesso anno.
Secondo quanto previsto dalla legge americana, Romney paga aliquote minime di tassazione perché si avvale della particolare imposta sui redditi da capitale, che prevede solo il 15 per cento di imposte. Se il suo reddito derivasse da un normale stipendio, sarebbe tassato con un’aliquota pari a più del doppio, cioè circa il 35 per cento. Gli avversari di Romney dicono che un candidato così ricco non può capire le esigenze e i bisogni degli americani. Barack Obama ieri sera ha attaccato indirettamente Romney tramite il suo portavoce Jay Carney, e stasera durante il discorso sullo Stato dell’Unione ribadirà la sua volontà di alzare le tasse ai multimilionari come Romney.
Romney finora si era sempre rifiutato di rendere pubbliche le sue dichiarazioni dei redditi dicendo di volerle diffondere soltanto in aprile, una volta ottenuta la nomination, per non dover discutere delle sue finanze per due volte, durante le primarie e durante le presidenziali. Nell’ultimo dibattito televisivo in South Carolina questa risposta non aveva soddisfatto il pubblico, che lo aveva fischiato, e queste polemiche gli sono probabilmente costate una certa quota di consensi. Di certo questo è quello che pensa Romney, che dopo la sconfitta subita da Gingrich in South Carolina ha cambiato idea e ha deciso di diffondere i dati delle due ultime dichiarazioni dei redditi.
Oltre a rendere pubblici i suoi redditi, Romney è passato all’attacco. Durante il dibattito televisivo di ieri a Tampa, in Florida, Romney ha accusato Gingrich di avere fatto il lobbista per Freddie Mac, società governativa di credito immobiliare considerata sprecona e mangiasoldi dai repubblicani. Gingrich si è difeso dicendo di essere stato assunto non come lobbista ma in qualità di “storico”. Romney ha ricordato anche che Gingrich, dopo quattro anni come speaker della Camera, fu costretto a lasciare l’incarico “finendo in disgrazia”. Gingrich ha assorbito il colpo rinfacciandogli la faccenda della dichiarazione dei redditi.
foto: AP/Paul Sancya