La tempesta solare più intensa degli ultimi 7 anni
Le foto e il video della NASA del brillamento che si è verificato ieri sulla superficie del Sole
Alle 4.59 (ora italiana) del mattino di ieri, lunedì 23 gennaio, le strumentazioni del Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA hanno rilevato una nuova intensa eruzione solare. Il fenomeno si è originato in una zona del Sole molto attiva in questo periodo e secondo gli esperti dovrebbe causare la tempesta solare più intensa degli ultimi sette anni. Oltre che dallo SDO, l’eruzione è stata rilevata e osservata anche dai sistemi del Solar Heliospheric Observatory (SOHO) e dalla missione SOlar TErrestrial RElations Observatory (STEREO).
Le eruzioni solari, chiamate tecnicamente espulsioni di massa coronale, sono attentamente seguite e studiate dagli astronomi, perché possono produrre tempeste elettromagnetiche in grado di interferire con l’attività dei nostri satelliti artificiali in orbita intorno alla Terra. Il materiale espulso dal Sole sotto forma di plasma è principalmente costituito da protoni ed elettroni e viene trascinato dal campo magnetico della corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera della stella che si estende per centinaia di migliaia di chilometri. La nube fuoriscita dalla superficie solare raggiungerà la Terra in queste ore e potrebbe dar luogo ad aurore particolarmente intense.
Le particelle emesse dal Sole viaggiano verso il nostro pianeta formando il vento solare. Quando questo raggiunge la Terra interagisce con il campo magnetico terrestre (magnetosfera). Il plasma del vento solare può penetrare all’interno dell’atmosfera, ed è in questo caso che le enormi quantità di protoni ed elettroni danno vita alle aurore. Le particelle ad alta energia “caricano” gli elettroni degli atomi neutri che si trovano nell’atmosfera terrestre. In pratica, gli elettroni cambiano posizione e poi ritornano progressivamente al loro stato iniziale, “scaricando” la loro energia attraverso l’emissione di fotoni (luce). A seconda dei gas presenti nell’atmosfera, le aurore assumono diverse colorazioni: l’ossigeno atomico le rende verdi, mentre quello molecolare rosse. Si formano a circa 100 chilometri di distanza dalla superficie terrestre e sono più visibili ai poli, dove la protezione magnetica è minore.
L’eruzione solare (brillamento) di ieri è stata di classe M, il livello più alto dopo i fenomeni di classe X. Le eruzioni classificate con la lettera M sono intense, ma di media potenza, mentre le più basse sono di classe C. Il sistema di classificazione comprende cinque classi (A, B, C, M e X) e ognuna è dieci volte più potente di quella precedente. L’attività del Sole è sostanzialmente ciclica e ogni ciclo dura in genere undici anni. In questo periodo la nostra stella si trova circa a metà di uno di questi cicli, che dovrebbe raggiungere il proprio picco il prossimo anno.