La Francia secondo François Hollande
Il candidato socialista alle presidenziali ieri ha descritto i suoi progetti, attaccando soprattutto banche e finanza
Ieri pomeriggio il candidato socialista alle elezioni presidenziali francesi, François Hollande, ha tenuto un lungo e importante discorso di campagna elettorale. A 90 giorni esatti dal primo turno delle elezioni e davanti a circa 20mila persone, Hollande ha parlato per un’ora e mezza anticipando molti dei contenuti del suo programma, che esporrà ufficialmente il prossimo 26 gennaio in una conferenza stampa.
Secondo la gran parte degli osservatori Hollande ha unito ideologia di sinistra e populismo. Tra le altre cose, ha lanciato un duro attacco contro le banche e la finanza mondiale, che ha definito «il suo vero rivale, quello che non si candida ma che ci governa». «Negli ultimi 20 anni», ha spiegato Hollande, «la finanza ha preso il controllo delle nostre vite, della nostra società, dei nostri stati». Hollande ha promesso, nel caso venisse eletto presidente, riforme radicali in campo economico e finanziario: una tassa sulle transazioni finanziarie (considerata inaccettabile dal premier britannico David Cameron), una divisione netta tra banche commerciali e banche di investimento, una legge contro i paradisi fiscali esteri, l’istituzione degli eurobond per bloccare la crisi continentale (che la Germania ha sempre respinto), la creazione di un’agenzia di rating europea (la Francia è stata recentemente declassata da Standard & Poor’s e così ha perso la sua tripla A). «Io sarò il presidente che porrà fine ai privilegi», ha promesso Hollande, secondo il quale è necessario «un nuovo ciclo in Europa» e una «nuova collaborazione tra la Francia e la Germania».
Oltre alla banche, Hollande ha promesso che farà di tutto per fronteggiare altri gravi problemi come gli effetti della globalizzazione e la disoccupazione (che negli ultimi mesi ha toccato livelli record). A questo proposito, Hollande ha annunciato, se dovesse essere eletto, l’inasprimento delle tasse nei confronti dei super-ricchi, da lui definiti «la nuova aristocrazia», ovvero quelli che guadagnano più di 150mila euro l’anno. Hollande ha difeso la riforma sulle 35 ore di lavoro settimanali, ha promesso di aumentare i fondi destinati alla cultura e di tagliare gli stipendi di presidente della Repubblica e ministri di circa il 30 per cento, ha detto che le truppe francesi lasceranno l’Afghanistan nel 2013 e ha annunciato che con la sua presidenza la Francia ridurrà la sua dipendenza dall’energia nucleare al 50 per cento dell’energia totale entro il 2025 (oggi si attesta intorno al 75 per cento).
Il primo turno delle elezioni presidenziali francesi si terrà il 22 aprile prossimo, mentre il ballottaggio è previsto per il 6 maggio. Un sondaggio del 21 gennaio vede Hollande in vantaggio di 14 punti sul presidente in carica Nicolas Sarkozy, che Hollande sconfiggerebbe, in caso di ballottaggio, con il 57 per cento delle preferenze. Tra gli altri candidati alle presidenziali, il consenso per la leader dell’estrema destra Marine Le Pen si attesterebbe intorno al 21 per cento, mentre il centrista François Bayrou avrebbe circa il 12 per cento delle preferenze. L’ultima vittoria dei socialisti alle elezioni presidenziali risale al 1981, con la prima elezione di François Mitterrand, il cui secondo mandato è scaduto nel 1995.
foto: AP/Christophe Ena