I film più attesi del Sundance
Gli 11 film da tenere d'occhio durante la più importante e nota rassegna internazionale di cinema indipendente
Si svolge in questi giorni, nello Utah, il Sundance Film Festival, la più importante e nota rassegna di cinema indipendente a livello internazionale. Nonostante la partecipazione sempre maggiore di attori, registi e produttori già noti al pubblico, il festival riesce a promuovere nuovi talenti e film particolari che escono dai canoni di Hollywood e che passerebbero, altrimenti, inosservati alla grande distribuzione. Mentre l’Atlantic rimprovera alla rassegna di quest’anno un eccesso di film un po’ deprimenti, il New York Magazine ignora il problema e sceglie gli 11 più promettenti, che riportiamo.
Bachelorette
Trama. Una commedia su un’ex reginetta del liceo che, di fronte all’umiliante notizia che una ragazza molto meno popolare si è fidanzata prima di lei, decide di organizzarle comunque la festa di addio al nubilato.
Perché potrebbe funzionare. La reginetta del liceo è interpretata da Kirsten Dunst e, dopo il successo di Bridesmaids, in molti sono curiosi di rivedere una lettura in chiave Sundance di una commedia pre-matrimoniale.
Smashed
Trama. Una giovane coppia di alcolisti vede il proprio rapporto entrare in crisi quando uno dei due decide di smettere di bere.
Perché potrebbe funzionare. La coppia è formata da Aaron Paul, che ha vinto un Emmy per il suo ruolo nell’acclamata serie Breaking Bad, e da Mary Elizabeth Winstead, la Ramona Flowers di Scott Pilgrim. Al loro fianco Octavia Spencer, che ha appena vinto un Golden Globe per The Help, e i meravigliosi attori comici Nick Offerman (Parks & Recreation) e Megan Mullally (Will & Grace, Parks & Recreation, 30 Rock, anche nota attrice di Broadway).
Red Hook Summer
Trama. Un ragazzo di Atlanta passa l’estate a Brooklyn, ospite di un nonno che non aveva mai conosciuto.
Perché potrebbe funzionare. Diretto da Spike Lee, che ha anche scritto la sceneggiatura insieme a James McBride e che farà una comparsata, il film segna il ritorno del regista sulle strade di New York e, in particolare, nella zona di Brooklyn che ha già fatto da sfondo a Fa’ la cosa giusta.
Simon Killer
Trama. Un ragazzo di New York va a Parigi per riprendersi dalla fine di una relazione, ha una storia con una prostituta e viene trascinato nei bassifondi della città.
Perché potrebbe funzionare. Il regista, Antonio Campos, l’anno scorso aveva presentato al Sundance, come produttore, l’apprezzato Martha Marcy May Marlene. Questo è il secondo film che dirige dopo Afterschool, del 2008.
West of Memphis
Trama. È un documentario sulla storia dei tre ragazzi di West Memphis, Arkansas, condannati, nella quasi totale assenza di prove per l’omicidio di tre bambini di otto anni.
Perché potrebbe funzionare. Il documentario è prodotto da Peter Jackson e diretto da Amy Berg, e tratta uno dei casi di cronaca statunitense più interessanti degli ultimi vent’anni: l’unico maggiorenne dei tre era stato condannato alla pena di morte. I cosiddetti “West Memphis Three” sono stati rilasciati lo scorso agosto, dopo oltre 18 anni di carcere, per sospensione della sentenza.
Celeste and Jesse Forever
Trama. La classica coppia perfetta: Celeste e Jesse si sono sposati giovanissimi e hanno passato un periodo splendido insieme, ma decidono di separarsi quando si rendono conto di non essere più innamorati. Restano comunque grandi amici e il punto di riferimento l’una dell’altro.
Perché potrebbe funzionare. Gli appassionati di sit-com conosceranno già Rashida Jones per il ruolo secondario in The Office e in Parks & Recreation, gli altri l’hanno probabilmente già vista in un ruolo minore in The Social Network: questa volta l’attrice ha collaborato alla sceneggiatura e fa la protagonista.
Keep the Lights On
Trama. Una complessa storia d’amore e di droga, che si estende per un periodo di dieci anni, tra due uomini di New York.
Perché potrebbe funzionare. Vulture spera che si aggiunga al trend del cinema gay indipendente con qualche appeal per il grande pubblico, come Weekend, presentato con grande successo al Sundance Film Festival dello scorso anno.
John Dies at the End
Trama. Due ragazzi che hanno abbandonato il college devono salvare il mondo da una nuova droga che dà sensazioni estremamente piacevoli ma priva le persone che ne fanno uso della loro umanità.
Perché potrebbe funzionare. La premessa è divertente ed efficace, se sviluppata con cura, e Paul Giamatti (produttore e uno dei due attori protagonisti) è bravissimo.
2 Days in New York
Trama. È il seguito di 2 Days in Paris, che non era male: la protagonista deve ospitare a New York, dove vive con i figli e il suo nuovo compagno americano, la sua eccentrica famiglia francese.
Perché potrebbe funzionare. Perché il primo film era bello, Julie Delpy è brava e a interpretare il suo compagno è Chris Rock.
Shadow Dancer
Trama. Ambientato a Belfast nel 1990, racconta le vicende di un’ex-terrorista dell’IRA costretta a rivelare tutte le informazioni in suo possesso per poter riabbracciare i propri figli.
Perché potrebbe funzionare. Il film è diretto da James Marsh, famoso regista di documentari e veterano del Sundance, e nel cast ci sono Andrea Riseborough, diventata famosa per il ruolo nel recente W.E. ma già con un curriculum di tutto rispetto, e Clive Owen.
Nobody Walks
Trama. Una giovane coppia sposata ospita un’artista in casa propria, e prevedibilmente nasce qualche complicazione romantica.
Perché potrebbe funzionare. Alla sceneggiatura c’è Lena Dunham, che con il suo film Tiny Furniture ha vinto, nel 2009, il premio per Best Narrative Feature al South by Southwest. Nel cast c’è John Krasinski e ha una parte la quasi-esordiente, ma già bravissima, Jane Levy.