Costa Concordia, un altro morto
È una donna, il numero delle persone uccise nel naufragio sale a 13
Punto della situazione, ore 19 – Oggi è stato ritrovato il corpo di una donna all’interno del relitto, il tredicesimo morto accertato nel naufragio della Costa Concordia. Otto sono stati identificati. Altre 21 persone rimangono disperse. È stata molto ripresa, oggi, l’ipotesi del capo della Protezione Civile Franco Gabrielli che a bordo della nave ci potessero essere passeggeri non registrati, che renderebbero difficile definire il numero dei dispersi: ipotesi negata con decisione dal capo commissario di bordo (l’ufficiale responsabile di tutto il settore logistico e alberghiero della nave), Manrico Giampedroni. Per quanto riguarda la definizione delle responsabilità e degli eventi nella notte del naufragio, continuano a esserci versioni molto diverse tra i rappresentanti della società Costa Crociere e il capitano Francesco Schettino su quanto la pratica dell'”inchino” fosse conosciuta e approvata dalla società, e sulla possibilità che la società sia stata informata quasi subito della gravità dell’incidente alla nave. Le operazioni di soccorso intorno al relitto oggi sono proseguite, e a breve dovrebbe partire lo svuotamento dei serbatoi della nave, che contengono circa 2.400 tonnellate di carburante (l’operazione dovrebbe durare 4 settimane).
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18.50 – Al termine di una riunione dei responsabili tecnico-scientifici dei soccorsi, si è deciso di non iniziare le operazioni di prelievo di combustibile da parte della società specializzata Smit (con la collaborazione della ditta livornese Neri). I responsabili si riuniranno nuovamente domani.
18.33 – In un audio pubblicato oggi dal Secolo XIX, il professor Casagli, che fa parte del comitato scientifico della Protezione Civile che monitora gli spostamenti della nave, dice che nel corso della giornata la nave ha rallentato molto il movimento fino quasi a fermarsi, dopo aver raggiunto un massimo di 1 cm l’ora nelle prime ore di oggi.
18.22 – Intanto continuano i reciproci scambi di accuse sulla pratica dell'”inchino”, il passaggio delle navi vicino alle coste. Al momento non si conosce con precisione né quanto la pratica fosse diffusa tra le navi della Costa, né chi la proponesse o la autorizzasse. Schettino aveva detto, secondo quanto hanno riportato questa mattina i giornali, che l’inchino era chiesto da Costa Crociere per farsi pubblicità. Oggi Mario Palombo, che secondo un articolo di ieri del Corriere avrebbe “inventato” il passaggio vicino al Giglio nel 1993, e che fu chiamato al telefono da Schettino poco prima del naufragio, ha detto “sulla base dell’esperienza” che “il passaggio ravvicinato viene fatto solo su richiesta del comandante. A quel punto, la Costa può dare un’autorizzazione. Ma sono fatti occasionali. La Costa non ha nessun interesse a farsi pubblicità cosi”.
17.50 – La taiwanese NMA Tv ha conquistato un suo pubblico per le sue ricostruzioni animate delle notizie internazionali, spesso piuttosto colorite, da Tiger Woods agli scandali di Berlusconi. Quella dedicata alla Costa Concordia si intitola “Il ‘Capitan codardo’ Francesco Schettino, l’uomo più odiato d’Italia” e, diciamo, non va molto per il sottile. Il video è stato pubblicato il 18 gennaio e ha oltre 160.000 visualizzazioni su YouTube.
17.26 – Il capo commissario di bordo della Costa Concordia, Manrico Giampedroni (che è stato recuperato 36 ore dopo il naufragio) ha escluso con forza che ci potessero essere clandestini sulla nave o lavoratori in nero. L’ipotesi di passeggeri non registrati era stata fatta dal capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, nella conferenza stampa di questa mattina (vedi aggiornamento delle 12.18).
16.58 – Le foto di oggi dall’isola del Giglio.
16.32 – Dopo la lettera al Corriere pubblicata ieri, Guido Bertolaso è tornato a criticare duramente (ospite a “Ma anche no” su La7) sia il modo con cui sono stati gestiti i soccorsi, sia il modo in cui viene ritratto il capitano Schettino. A proposito di Schettino, Bertolaso ha detto che “si è seguita la solita liturgia di questo paese: trova il capro espiatorio, dagli tutte le responsabilità e facciamola finita, passiamo a parlare d’altro”, aggiungendo che “l’arte dello scaricare la responsabilità su qualcuno io purtroppo la conosco bene”. Sui soccorsi, invece, Bertolaso ha detto che il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli è potuto intervenire tardi “perché i tecnici del ministero dell’Economia del governo Berlusconi guidati dal ministro dell’Economia pro tempore, appena io me ne sono andato, hanno imposto una norma che ingabbia il capo della Protezione civile che non si può più muovere come potevo fare io dopo un’emergenza”, e che nelle prime ore quindi “è mancata la regia” e non si è intervenuto con la rapidità necessaria.
16.14 – Il corpo della donna è stato ritrovato intorno alle 15,20 sul ponte 7, a poppa della nave, in un’area sommersa del relitto. Le operazioni di recupero sono ancora in corso.
15.58 – È stato trovato il corpo di una donna, a poppa del relitto della nave. È il tredicesimo morto accertato nel naufragio.
15.50 – I dipendenti della Costa Crociere hanno manifestato oggi a Genova per esprimere solidarietà ai passeggeri e ai colleghi impegnati sulla Costa Concordia. La manifestazione si è conclusa davanti alla sede di Costa Crociere a Genova, in piazza Piccapietra. Il corteo è partito intorno alle 15 da piazza De Ferrari ed era composto da circa 600 persone.
15.41 – L’amministratore delegato di Costa Crociere Pierluigi Foschi ha fatto una breve visita all’isola del Giglio, che si è conclusa poco dopo le 15.
14.44 – Come funziona il recupero del carburante della Concordia. I diversi tipi di carburante imbarcati dalle navi sono chiamati bunker fuel, dal nome dei contenitori in cui sono stivati sia sulle navi che nei porti (per questo motivo le operazioni di carico e di scarico di carburante si chiamano “bunkeraggio”). Il carburante a bordo del Costa Concordia è soprattutto IFO 380 (Intermediate Fuel Oil 380, dove la cifra indica la viscosità misurata in centistokes). Nel caso della Concordia, una nave-serbatoio si avvicinerà al relitto, dopo di che alcuni sommozzatori scenderanno per agganciare i tubi alle valvole delle casse. Verrà soffiato vapore per liquefare il carburante, poi il carburante verrà aspirato via e sostituito con acqua in modo da non cambiare l’equilibrio della nave.
Punto della situazione, ore 14 – Questa mattina, durante una conferenza stampa, il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli ha detto che al momento ci sono 12 morti accertati nel naufragio, solo 8 dei quali identificati. Gabrielli ha detto che il corpo recuperato ieri sembra essere quello di una donna ungherese che non era registrata sulla lista d’imbarco: quindi, ha aggiunto con molta cautela, a bordo della nave c’erano probabilmente altre persone non registrate, che non compaiono negli elenchi dei dispersi e che non è possibile stimare numericamente. Intanto, oggi le operazioni di soccorso sono ricominciate verso le 10 e si sono avviate le prime operazioni in mare per il recupero del carburante della nave, mentre dal punto di vista delle responsabilità e della ricostruzione di quanto accaduto il comandante avrebbe detto che Costa Crociere era ben consapevole della pratica dell'”inchino”, e che sarebbe stata informata da subito della gravità dell’accaduto (fatto che la società ha finora negato con decisione).
13.17 – Luigi Alcaro, responsabile delle emergenze in mare dell’ISPRA (ministero dell’Ambiente) aveva spiegato che il recupero del carburante avverrà a partire dai serbatoi a contatto con lo scafo e quindi più immediatamente raggiungibili, mentre ci sono altri serbatoi vicini alla sala macchine che sarà più difficile svuotare. Per ora si prevede, continua Alcaro, che il recupero del carburante avverrà in 28 giorni.
13.06 – Questa sera potrebbero iniziare le attività di estrazione delle circa 2.400 tonnellate di carburante presenti a bordo della Costa Concordia, che saranno portate avanti principalmente dalla ditta specializzata olandese Smit International. Sono iniziate da pochi minuti le operazioni preparatorie in mare, con l’invio in mare di due blocchi di cemento da 54 tonnellate e di due enormi boe d’acciaio su una chiatta.
12.59 – Durante la conferenza stampa di questa mattina, Gabrielli ha detto che al momento sono impegnate 643 persone nelle operazioni intorno al relitto: 140 vigili del fuoco, 91 della Capitaneria di porto, 65 della Marina Militare, 30 volontari, 20 della Protezione Civile e 18 della comunità scientifica. Ci sono inoltre 30 persone della Smit (la società olandese incaricata di rimuovere il carburante dal relitto) e 30 persone della società italiana Neri, di Livorno.
12.26 – L’ARPAT (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Toscana) monitora con un prelievo giornaliero il mare attorno al relitto. Finora, ha detto Gabrielli, ha rilevato «elementi tensioattivi da detersivi e sostanze clorurate significative ma non preoccupanti». Insieme all’ARPAT lavora anche l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) del ministero dell’Ambiente.
12.18 – Gabrielli ha detto che le ricerche si stanno concentrando sul ponte numero 4, nella zona del ristorante. Le 8 persone già identificate sono quattro francesi, un italiano, un ungherese, un tedesco e uno spagnolo, mentre il corpo recuperato ieri sembra essere quello di una donna ungherese che non era registrata sulla lista d’imbarco (poco prima, infatti, Gabrielli aveva alluso a eventuali clandestini a bordo).
12.09 – Franco Gabrielli, 51 anni, è capo del Dipartimento di Protezione Civile (che formalmente fa parte della Presidenza del Consiglio dei ministri) dal novembre 2010, quando ha sostituito Guido Bertolaso che era andato in pensione. È un poliziotto di formazione, che è stato capo della DIGOS (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali) di Roma e dei servizi segreti civili (il SISDE, che nel 2007 è diventato AISI) tra il 2006 e il 2008. Prima di entrare nella Protezione Civile nel 2010, ha lavorato con Guido Bertolaso alla gestione dell’emergenza dopo il terremoto abruzzese dell’aprile 2009 ed è stato prefetto dell’Aquila.
12.04 – Gabrielli ha detto che a bordo della nave c’erano forse clandestini, ovvero persone imbarcate senza essere registrate.
12.01 – Durante una conferenza stampa all’isola del Giglio, il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, nominato ieri dal governo commissario straordinario per gestire l’emergenza, ha detto che solo 8 dei 12 morti di cui è stato recuperato il corpo sono stati identificati.
11.55 – Un video con una buona ricostruzione dei movimenti della Costa Concordia è in questa animazione di Sky News, pubblicata giovedì scorso:
11.43 – Russia Today ha pubblicato ieri un video che riprende i lavori dei soccorritori sullo scafo della nave e alcune riprese subacquee.
11.28 – Continua il movimento dello scafo, che ha portato all’interruzione delle ricerche intorno alle 2 di stanotte: le ultime stime parlano di un massimo di 1 cm l’ora. Le ricerche sono riprese poco prima delle dieci di questa mattina nella parte emersa della nave.
11.16 – Sul Foglio Annalena Benini si fa rappresentante di una minoranza giornalistica critica nei confronti del tema della ragazza moldava:
Forse è molto interessante ai fini del cinepanettone tragico, ma non me ne importa niente. Non lo voglio sapere. Se era l’amante di Schettino o sua cugina suora, se aveva messo il trolley nella cabina del comandante o in quella del mozzo di bordo, se era salita sulla nave direttamente dallo squarcio, se era in un “contesto galante” col comandante (una cenetta intima, solo quattromila persone), se a un certo punto lui si è messo a suonare il mandolino, a sfornare pizze, a guidare un Suv, a tingersi i capelli, mentre lei ingoiava vodka e chiedeva ancora caviale, nuda, con una pistola, coperta solo da una pelliccia di visone, se hanno ballato l’ultimo valzer mentre affondavano, se lui le aveva promesso che una volta a terra avrebbe ucciso la moglie e intascato i soldi dell’assicurazione.
Vorrei l’impossibile, che trovassero quella bambina piccola, quella che era sulla nave col cappotto da adulto e piangeva e cercava suo padre e poi è scomparsa. Tutto il resto è già diventato una pagliacciata macabra, con il decanter di vino bevuto fino alla scolatura, le foto dei brindisi e del buffet (per forza facevano i brindisi, erano in crociera, appena partiti, c’era l’imperativo categorico di divertirsi). Mancano ancora diciassette persone, che non possono essere vive, c’è mare grosso, la nave affonderà ancora, forse è abbastanza per fregarsene di dove avrebbe dormito, quella notte, la ragazza biondo platino.
10.57 – Nelle ricostruzioni pubblicate questa mattina dai giornali, e che sembrano basarsi sulle “135 pagine di trascrizione stenografica della deposizione” del comandante Francesco Schettino davanti ai pubblici ministeri, i punti principali in discussione sono tre:
– quanto fosse diffusa la pratica di avvicinarsi il più possibile alle coste (come quella del Giglio, ma non solo; il cosiddetto “inchino”) e se Costa Crociere ne fosse consapevole o addirittura lo richiedesse ai suoi comandanti per fini pubblicitari;
– come l’unità di crisi di Costa Crociere (che si trovava a Genova ed era guidata da Roberto Ferrarini) gestì l’emergenza, e quanto fosse consapevole della gravità della situazione: la Stampa scrive “il sospetto degli investigatori è che Schettino ricevette disposizioni precise che gli impedirono di comunicare all’esterno la tragedia in atto”;
– se il Voice Data Recorder, il dispositivo che registra le voci sul ponte di comando, fosse rotto al momento dell’impatto (Schettino avrebbe detto che era rotto “da 15 giorni”).
10.37 – Next Media, l’agenzia di stampa maggiore di Hong Kong, ha prodotto un video sul possibile inabissamento del relitto.
9.50 – Sono riprese da pochi minuti le operazioni intorno alla nave, che erano state sospese intorno alle due di questa notte.
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A otto giorni dal naufragio della nave Costa Concordia, proseguono le ricerche dei dispersi, che attualmente sono 20, mentre i morti accertati sono 12 (ieri l’ultimo ritrovamento). Come scrive oggi Repubblica, Schettino, durante l’interrogatorio di martedì scorso davanti al giudice, ha detto che la Costa era al corrente dell’usanza degli inchini in tutto il mondo e che «l’inchino al Giglio del 13 gennaio venne pianificato e voluto dalla Costa prima della partenza da Civitavecchia» per ragioni «pubblicitarie». Da parte sua, invece, Costa Crociere ha sempre detto di aver autorizzato «una sola volta» simili manovre, ossia nel lontano 2010 a Procida. Inoltre, Schettino ha confermato che i comandanti della Costa Crociere si sfidavano negli inchini e che il Giglio doveva essere la «risposta» di Schettino alle manovre del collega Massimo Garbarino, comandante di un’altra nave della compagnia, la «Costa Luminosa».
Schettino, comunque, avrebbe confessato al giudice di aver ritardato i soccorsi, giustificandosi così: «Prima di dare l’emergenza dobbiamo essere sicuri, perché non voglio rimanere con i passeggeri in acqua, né creare panico che la gente mi muore per nulla». Stamattina, come annunciato due giorni fa, la procura di Grosseto ha chiesto che Schettino torni in carcere presentando ricorso alla cancelleria del tribunale del riesame di Firenze contro l’ordinanza del gip Valeria Montesarchio, perché Schettino «potrebbe scappare all’estero e inquinare le prove».
Nelle prime ore di oggi c’è stato un nuovo stop alle ricerche dei dispersi perché ci sarebbe stato un ulteriore movimento della nave. Il rischio di disastro ambientale, intanto, rimane molto alto. Secondo Franco Gabrielli, capo del dipartimento di protezione civile, la contaminazione ambientale nella zona attorno alla Costa Concordia «è già avvenuta. Da quel relitto può davvero uscire di tutto. Abbiamo 2.400 tonnellate di carburante, questo è vero. Ma non è tutto: ci sono anche gli olii alimentari, i solventi, i detersivi».
foto: Tullio M. Puglia/Getty Images