Come cambiano le scuole in Danimarca
Poche pareti divisorie (e di vetro), libertà di movimento per gli studenti, niente lezioni frontali e molti computer
Un articolo del Wall Street Journal molto letto e condiviso in questi giorni si occupa dell’edilizia scolastica in Danimarca, che si sta modificando per adeguarsi ai nuovi metodi educativi promossi dal governo: più spazi aperti, meno lezioni tradizionali e più libertà di scelta lasciata al singolo studente.
Negli ultimi vent’anni il governo danese ha introdotto diverse nuove leggi per innovare i metodi educativi. Le nuove indicazioni per gli istituti scolastici (che mantengono ciascuno una larga autonomia all’interno delle direttive statali) hanno enfatizzato l’importanza da un lato del lavoro di gruppo e dall’altro dell’attenzione per le scelte individuali del bambino: entrambi gli aspetti vanno contro l’impostazione della cosiddetta “lezione frontale”, con un insegnante davanti alla lavagna che fa lezione agli studenti. Queste nuove indicazioni sono anche state una reazione ai risultati dei celebri (e criticati) test PISA dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), che misurarono i livelli scolastici fondamentali degli studenti di molti paesi occidentali e mostrarono che gli studenti danesi avevano risultati inferiori rispetto agli altri paesi scandinavi.
Al centro del modello educativo danese c’è la Folkeskole (“scuola pubblica”), un’unica scuola per bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni, il periodo d’istruzione obbligatorio in Danimarca (l’ultimo anno è facoltativo). Non è possibile quindi stabilire una distinzione tra scuola primaria e secondaria che è diffusa in gran parte dei paesi occidentali, anche perché solitamente la classe degli studenti rimane lo stesso per tutti i dieci o undici anni della formazione. Frequentare una Folkeskole non è obbligatorio, e in Danimarca c’è una forte tradizione di scuole private a cui i genitori possono mandare i propri figli (ricevendo generosi sussidi dallo stato).
Il sistema danese assegna esplicitamente un ruolo importante ai genitori e sottolinea l’importanza dello sviluppo individuale del bambino. La prima sezione della legge sulle Folkeskole del 1994 stabiliva che
La Folkeskole deve promuovere, in collaborazione con i genitori, l’acquisizione da parte del bambino di conoscenza, competenze, metodi di lavoro e modi di esprimere sé stessi, in modo da contribuire a tutto tondo allo sviluppo personale dell’individualità del bambino.
Le nuove leggi degli anni Novanta e Duemila hanno portato anche alla costruzione di nuovi edifici scolastici, in linea con i nuovi metodi educativi. Nelle nuove scuole ci sono molti spazi aperti e nessuna o quasi aula tradizionale: ad esempio la scuola di Ørestad, cinque piani e 1.150 studenti, consiste essenzialmente di un grande spazio per piano, con poche aule separate e delimitate da pareti di vetro.
L’idea, spiegano gli architetti l’hanno progettata, è favorire il lavoro di gruppo ma anche costringere gli insegnanti a elaborare stili di insegnamento diversi, dato che una serie di lezioni frontali causerebbe necessariamente una totale confusione. Se un gruppo di studenti si sente più a suo agio ripetendo le tabelline mentre girano in tondo per la stanza, possono decidere di farlo, mentre altri spazi resteranno più silenziosi.
Un altro elemento fondamentale della scuola di Ørestad è il ruolo dei computer. Il materiale scolastico, gli orari delle lezioni e i compiti per casa sono interamente online, e gli insegnanti possono monitorare dai loro computer l’attività degli studenti. Una volta assegnato un compito in classe, gli alunni lo svolgono sul loro computer e l’insegnante può vedere quello che fanno, segnalando via chat durante il compito aspetti da approfondire o richiamando chi non appare attivo.
Nel 2006, lo studio di architettura Dorte Mandrup ha iniziato la scuola Munkegaard, costruita dal celebre architetto danese Arne Jacobsen a partire dal 1949. La scuola è uno dei suoi lavori più celebri ed è un edificio protetto. La suddivisione dell’edificio in singole aule non poteva essere cambiata, e lo studio di architettura ha deciso di costruire un nuovo spazio sotterraneo senza pareti divisorie. Anche l’edilizia non scolastica sembra essere interessata ai cambiamenti nelle scuole: la scuola di Ørestad è già stata presa a modello per un municipio in Olanda e la sede di una banca a Copenhagen.