La protesta di Occupy a Washington
Centinaia di persone da tutti gli Stati Uniti hanno manifestato contro i parlamentari, che accusano di essere corrotti dal denaro di Wall Street
Martedì centinaia di persone del movimento Occupy hanno manifestato a Washington davanti al Campidoglio – la sede del Congresso degli Stati Uniti – alla casa Bianca, alla sede della Corte Suprema e ad altri edifici del governo federale. I manifestanti, che provenivano da tutto il Paese si sono radunati davanti nel prato ovest del Campidoglio a partire dalle nove di mattina. Alcuni hanno cercato di parlare con i parlamentari, altri hanno provato a entrare nell’edificio. La manifestazione è durata fino a sera, una persona è stata arrestata per aver aggredito un poliziotto e altre tre per aver oltrepassato un cordone della polizia. Durante le proteste un esplosivo – probabilmente una bomba fumogena – è stato lanciato oltre la recinzione della Casa Bianca. Il presidente Barack Obama e la moglie Michelle al momento non si trovavano nell’edificio, che è stato chiuso per 45 minuti per ragioni di sicurezza. I responsabili non sono stati individuati e i servizi segreti stanno indagando sull’accaduto.
I manifestanti reggevano cartelli con scritto «Voi di sinistra rassegnatevi, i democratici ci hanno venduti», «Il congresso è in vendita» e «Banksters (una fusione tra banchieri e gangster) d’America» e protestavano contro l’influenza delle grandi società sui parlamentari, definiti corrotti e troppo legati alle grandi banche di Wall Street. I manifestanti di Occupy accusano infatti il governo di “aver venduti i nostri diritti e il nostro futuro all’un per cento” di ricchi e privilegiati. La protesta si è svolta il giorno dopo la pubblicazione di un sondaggio condotto dal Washington Post secondo cui l’84 per cento degli americani è insoddisfatto del lavoro dei parlamentari.
Dopo un inizio promettente, il movimento Occupy sta attraversando un periodo difficile. L’arrivo dell’inverno e i continui sgomberi da parte della polizia in molti stati americani hanno indebolito il movimento. L’ultima protesta di rilievo risale al 13 dicembre quando i manifestanti bloccarono i porti della costa ovest degli Stati Uniti, come già accaduto lo scorso 2 novembre a Oakland, per solidarizzare con i lavoratori portuali della zona messi in particolare difficoltà dalla crisi economica a causa dei salari molto bassi. I sindacati dei lavoratori portuali però si dissociarono dalla protesta, giudicata controproducente.
– Tutti gli articoli del Post su Occupy Wall Street